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giovedì 23 novembre 2017

Quarant'anni fa ... il '77 (capitolo XXXIII)

12 settembre: a Johannesburg, muore in carcere il dirigente antirazzista Steven Biko.
13 settembre: a Torino, un giovane di 23 anni Carlo Chiarante, ricoverato in pericolo di vita, due feriti medicati in ospedale per lesioni al capo e un numero imprecisato di contusi che hanno preferito non recarsi in ospedale, milioni di danni per gli automezzi incendiati con molotov, le vetrate della Volkswagen; attaccato un tram in via Monginevro; bottiglie incendiarie contro una banca; portoni di alcuni edifici infranti con spranghe o lanci di bulloni; in corso Rosselli incendiati un camion e un auto, due ragazzi arrestati ed altri 16 rilasciati dopo i rilievi segnaletici in Questura; sequestrati 7 zaini pieni di molotov.  Questo è il bilancio della manifestazione dei Circoli del proletariato Giovanile di Torino organizzata al parco Ruffini  durante il concerto dei Santana per protestare contro l’industria della musica e dire no ai concerti a tremila lire. A Milano, dove il concerto è previsto per il giorno seguente, i circoli giovanili lanciano un ultimatum: o il biglietto verrà ridotto a 1000 lire oppure non si assumeranno la responsabilità di incidenti. A Roma, nella facoltà di Lettere inizia l’assemblea in preparazione del convegno nazionale di Bologna. Sempre a Roma, per la terza volta i fascisti mettono a soqquadro l’appartamento di Salvatore Franzini, cassiere della sezione del PCI di Monteverde. Nella capitale i familiari dei detenuti nelle carceri speciali di Favignana, Cuneo, Trani, Asinara e Fossombrone hanno presentato un esposto ai giudici di sorveglianza, ai direttori delle carceri e al ministero di grazia e giustizia per denunciare le condizioni di trattamento inumano che subiscono i loro congiunti.
14 settembre. A Ciriè, provincia di Torino, femministe scatenate contro l’elezione di Miss Ciriè nel locale La Lucciola, gestito dal vicesindaco Zanarini socialista. A Milano, si verificano incidenti al concerto di Carlos Santana, dove alcuni giovani, dopo aver forzato il cancello d’ingresso, cominciano a scandire slogan contro «i servi della CIA». Una bottiglia incendiaria lanciata contro il palco interrompe il concerto e scatena un principio d’incendio, subito domato. A Roma viene organizzato un picchettaggio femminista al Campidoglio, per ottenere, dopo un anno di occupazione, un contratto d’affitto politico e l’allacciamento della luce alla Vecchia Pretura, un edificio del centro storico trasformato dalle femministe in centro polivalente per le donne. 
15 settembre: a Bologna, il sindaco concede al Movimento l’Università, le piazze della città e le tre mense. A Roma, vengono rimessi in libertà i tre carabinieri arrestati per la fuga di Kappler.
16 settembre: a Roma, salta in aria la sezione del MSI di via Quinto Pedio, al quartiere Tuscolano. 
17 settembre: a Roma, si tiene una burrascosa assemblea di movimento, nella facoltà di Lettere, con fischi e risse contro MLS (dopo l’intervento del responsabile dell’MLS Enrico Pozzi) e contro il documento uscito il 16 su Lotta continua, firmato dagli esponenti dell’area antimilitarista (Bernocchi, Compagnoni, Donnhauser, Filleri, Mistretta, Mordenti, Proietti, Rossellini, Scalia e Striano). La tensione aumenta ancora quando Piero Bernocchi, polemizzando con l’area autonoma, ribadisce il carattere puramente politico del convegno di Bologna che avrebbe dovuto mantenere l’obiettivo di analizzare e riflettere sulla strategia repressiva messa in atto dallo Stato, e non, viceversa, costituire un momento di lotta e di mobilitazione. L’assemblea decide una manifestazione per il 21. A Milano un gruppo di anarchici del «Coordinamento libertario contro il carovita» occupa per una quindicina di minuti la stazione della metropolitana di piazzale Loreto e fa salire gratis i passeggeri. 
18 settembre: a Torino, nello stabilimento de La Stampa e Stampa Sera, è stata fatta esplodere una bomba ad alto potenziale che gli attentatori hanno collocato contro il muro esterno del palazzo, in via Chiabrera provocando uno squarcio nella parete di 4 metri per 5, lesionando una colonna in cemento. Otto operai addetti alle rotative sono rimasti contusi. L’attentato è stato rivendicato da Azione Rivoluzionaria con una telefonata all’Ansa.

Aleksandr Berkman

Berkman era nato nel 1870 in Lituania e all’età di diciott’anni era emigrato a New York, dove aveva conosciuto Emma Goldman, anch’essa russa, che lavorava in una ditta d’abbigliamento. Aveva poco più di vent’anni quando, insieme alla Goldman, decideva di compiere un’azione clamorosa contro il capitalismo: l’uccisione di Henry Clay Frick, un uomo d’affari a capo delle acciaierie Carnegie che durante una vertenza sindacale aveva mandato trecento picchiatori dell'agenzia privata Pinkerton a rompere la resistenza operaia, col risultato che tre persone erano rimaste uccise negli scontri. Nel 1892 Berkman sparava a Frick tre colpi di pistola, trafiggendolo poi con due pugnalate. Nonostante ciò, Frick sopravviveva e Berkman veniva condannato a ventidue anni di prigione.
Le sue memorie, Un anarchico in prigione {1912), sono un classico minore della letteratura detentiva e costituiscono una testimonianza eloquente e dolorosa del suo idealismo giovanile, dei lunghi insopportabili periodi di isolamento, delle proteste contro le condizioni inumane del carcere, della sua disperazione e solitudine e degli inutili piani di evasione. Rilasciato nel 1906 e riunitosi alla Goldman, Berkman tornava all’agitazione anarchica fino al 1936, anno in cui sceglieva di suicidarsi piuttosto che continuare a soffrire per le proprie condizioni di salute e di dipendenza dal supporto finanziario degli amici. Fosse vissuto appena un po’ di più, avrebbe avuto almeno il sollievo di ascoltare le notizie dei tumultuosi avvenimenti che stavano incendiando la Spagna. Nei suoi quattordici anni di prigionia, Berkman approfondiva la propria comprensione del mondo: «La maturità mi ha chiarito la via», confidava in una lettera alla Goldman dopo dieci anni di cella, e l’esperienza fatta gli insegnava la necessità di una «visione pura di cuori che restano caldi».
Nestor Makhno con Alexander Berkman
Una simile notazione può apparire aridamente intellettuale, ma le memorie di Berkman sono radicate nella privazione sensoriale provocata dalla detenzione, mentre la sua capacità di comprensione col passare degli anni è andata aumentando, cosicché l’uomo che cammina libero alla fine del libro abbraccia coraggiosamente, pur se con timore, la ritrovata libertà. Berkman e la Goldman saranno successivamente espulsi dagli Stati Uniti, a causa della loro attività pacifista durante la prima guerra mondiale, e si trasferiranno in Russia attratti dai fuochi rivoluzionari che bruciavano laggiù.


La città di concordia

E la vita come il ruscello si rinnova di minuto in minuto: noi cambiamo aspetto ad ogni istante e "se crediamo di rimanere gli stessi questa è una pura e semplice illusione della nostra mente". Come il singolo uomo, così "la società presa nel suo insieme può essere paragonata all'acqua che scorre. i fiumi essenzialmente movimento e vita: vita chiama vita". Di progresso in progresso una evoluzione che diviene nel framework della lunga durata.  E alla fine ci sarà anche l'acquisizione di consistente maturità che spingerà tutti ad amarsi a fondersi in solo fiume, e ad associarsi in una federazione di uomini liberi, "riuniti in una sola corrente scenderemo insieme verso il grande mare in cui tutte le vite vanno a perdersi e a rinnovarsi". 
E' costante questo interrelare geografia e mondo degli uomini in un orizzonte di possibilità che non si risolve nell'u-topia, né nell'a-topia ma in un luogo fa raggiungere come luogo dell'armonia e dell'eguaglianza. Oggi si dirà: l'eguaglianza dei punti di partenza, delle opportunità, dei redditi, dei risultati eccetera. Ma è un idele non lassista che si può sperimentare in natura in una visione olistica ed evolutiva verso l'autorealizzazione universale (una profetizzazione dell'umanità in senso globale), una conducente pedagogia, anche attraverso il riconoscimento della bellezza, offerta dall'emozione del raccontare. 
Reclus scriveva in modo propositivo che la città, la città di concordia, aveva il vantaggio sulla città di Dio e sulla città del Sole e su altre "città sognate" di non essere una pura concezione dello spirito, ma di svilupparsi in maniera organica, di vivere una vita tutta concreta: 
"là su prolungano le alture coperte di erbe e di fiori e si crederebbe di udire il mormorio delle onde che, nell'infinito dei tempi passati, portarono i nostri antenati. La città di concordia domina questo immenso spazio un mondo di poesia e di storia e io la vedo dilatarsi come un fiore meraviglioso il cui succhio si distilli nel terreno delle migliaia di generazioni trascorse".

giovedì 16 novembre 2017

Quarant'anni fa ... il '77 (capitolo XXXII)

01 settembre:Torino, fiamme lungo il controviale di corso Vittorio sul lato opposto all’hotel Jolly Ambasciatori; sono bruciate una 138 e una Simca Gix, le fiamme hanno investito altre due vetture. Incendio chiaramente doloso: le due macchine sono state imbevute di benzina, poi è stato appiccato il fuoco. Un Nucleo Comunista ha rivendicato l’attentato con una telefonata all’Ansa: “Abbiamo colpito le macchine di una setta mistica e anticomunista”.
03 settembre: aTorino,un attentato incendiario alla sezione della DC di via Cantoira 19, ha danneggiato piuttosto gravemente la saracinesca e la porta a vetri. A Roma, 16 persone vengono rinviate a giudizio per aver bloccato i binari della ferrovia Roma-Grosseto, il 30 gennaio, per protesta contro la costruzione della centrale nucleare di Montalto di Castro. 
04 settembre: a Colonia, il presidente della Confindustria tedesca, Hans Martin Schleyer, viene rapito nel pomeriggio da un commando della RAF. Quattro agenti della scorta vengono uccisi dalle raffiche di mitra. In cambio della vita di Schleyer viene chiesta la liberazione di 11 detenuti della banda Baader-Meinhof, in carcere a Stoccarda.
05 settembre: a Milano, un centinaio di giovani entrano nel recinto della festa dell’Unità e, all’entrata dell’arena in cui è in corso il concerto degli Inti Illimani, si scontrano con il servizio d’ordine del PCI, che, rafforzato dopo gli incidenti di sabato, riesce ad allontanarli; cinque compagni sono arrestati due denunciati a piede libero.
06 settembre: a Torino, manifestazione dei radicali davanti alle Nuove, con un coniglio, per protestare contro gli arresti per i “reati da poco”, tra gli slogan più ripetuti:” Amnistia per i ladri di polli e non per i ladri di Stato”. A Bologna, viene arrestato l’ex carabiniere Massimo Tramontani, per l’uccisione di Francesco Lorusso. Per LC l’arresto servirebbe solo a bilanciare l’arresto dei suoi quattro militanti. 
07 settembre: a Torino, sconosciuti hanno lanciato nella notte in via Gioberti 16 tre molotov contro il portone dell’ufficio di collocamento. Gli ordigni tutte bottigliette di birra riempite di benzina, sono esplosi sul marciapiede provocando danni alla porta. A Roma, migliaia di autonomi manifestano a Campo de’ fiori per ricordare la morte di Mario Salvi, ucciso dalla guardia carceraria Domenico Velluto. La manifestazione si conclude con un assalto alla sezione del PCI di via Giubbonari, dove vengono divelte le bacheche dell’Unità. Sempre a Roma, viene arrestato il proprietario di una clinica geriatrica, Nicolò Berloco, di 61 anni, per avere organizzato una serie di attentati contro medici suoi dipendenti per risolvere vertenze contrattuali, e rivendicati con falsi volantini firmati Ronda Proletaria, scritti a pennarello e sconnessi nella sintassi e nella logica dei testi. A Napoli, dimostrazione degli operai della Esso che sono saliti sul tetto di un deposito e hanno minacciato di incendiare il serbatoio. A Milano, un centinaio di famiglie, organizzate in un Comitato di Occupazione si è insediato, già da cinque giorni nei nove piani di proprietà dell’istituto autonomo case popolari.
08 settembre: a Bologna, in una conferenza stampa il movimento degli studenti rende note le richieste all’amministrazione cittadina per il convegno nazionale sulla repressione, previsto per il 23, 24 e 25 settembre.
09 settembre: a Milano, cinque feriti e quattro vetrine prese a sassate in Galleria Vittorio Emanuele e in via Silvio Pellico, sono il bilancio degli scontri tra circa 300 autonomi e il servizio d’ordine sindacale al termine di un comizio di Lama in piazza Duomo. A Padova, viene arrestato un ex consigliere comunale del MSI, Massimilano Fachini, di 35 anni, implicato nella morte di Alberto Muraro, portinaio di piazza Insurrezione, assassinato il giorno prima di deporre sull’attività dei neofascisti veneti.
10 settembre: a Torino,  molotov contro la porta del circolo giovanile Salus, in piazza Chiesa della Salute 9, l’ordigno ha rotto i vetri della porta e la benzina in fiamme è penetrata nell’interno appiccando il fuoco anche nello scantinato. L’attentato è stato rivendicato dal Battaglione Combattenti per la Rivoluzione: “lo abbiamo fatto perché lì si riuniscono gli appartenenti a Comunione Liberazione”.  A Bologna, per la morte di Lorusso, viene imputato per “concorso nel delitto” un capitano dei carabinieri, Pietro Pistoiese, di 36 anni, che era stato sentito gridare: “spara, spara” al carabiniere Tramontani, da alcuni testimoni. Il giorno 13, il capitano protesterà, tramite il suo avvocato, appellandosi alla legge Reale.

ANT MAN BEE Captain BeeFheart

Formiche bianche camminano
Formiche nere strisciano
Formiche gialle sognano
Formiche marroni sono impazienti
Tutte queste persone impazienti di essere libere
Uhuru Formica Uomo Ape uhuru Formica Uomo Ape 
Tutte le formiche del giardino di Dio, non possono andare d'accordo
La guerra dura ancora
E' per quel mucchio di zucchero
Che non si lasceranno stare
Perché ci fai questo?
Ci devi lasciare liberi
Perché ci fai questo?
Ci devi lasciare liberi
Perché ci fai questo?
Ci devi lasciare liberi
Perché ci fai questo?
Ci devi lasciare liberi
Uhuru Formica Uomo Ape uhuru Formica Uomo Ape
L'ape prende il suo miele e poi lascia il fiore libero
ma solo nel giardino di Dio
gli uomini e le formiche
non si lasceranno stare

(Uhuru, in lingua swahili significa Libertà)

La facoltà di pensare

Se l'uomo non è fatto per essere lo zimbello di una natura cieca, non è fatto neppure per essere lo zimbello di collettività cieche a cui egli dà vita con i suoi simili; ma per non essere più in balia delle società altrettanto passivamente di una goccia d'acqua in balia del mare, sarebbe necessario che egli potesse conoscerla e agire su di essa. E' vero che in tutti gli ambiti le forze collettive superano infinitamente le forze individuali; così un individuo che disponga anche solo di una porzione della vita collettiva non è più facilmente concepibile di una linea che si allunghi per l'addizione di un punto. Almeno così pare; ma in realtà un'eccezione c'è, ed è l'unica: l'ambito del pensiero. Per quanto concerne il pensiero, il rapporto è invertito; in questo caso l'individuo è più della collettività nella stessa misura in cui qualcosa è più di nulla perché il pensiero si forma soltanto in uno spirito che si trova a essere solo dinanzi a se stesso, le collettività non pensano affatto. E' vero che il pensiero per se stesso non costituisce in alcun modo una forza. Si dice che Archimede sia stato ucciso da un soldato ubriaco; ma,  se fosse stato messo a girare una macina sotto  la frusta di un sorvegliante di schiavi, l'avrebbe girata esattamente allo stesso modo dell'uomo più rozzo. Nella misura in cui il pensiero plana al di sopra della mischia sociale, esso può giudicare, ma non trasformare. Tutte le forze sono materiali; l'espressione forza spirituale è essenzialmente contraddittoria; il pensiero può essere una forza solo nella misura in cui è materialmente indispensabile. Per esprimere la stessa idea in altri termini, l'uomo non ha nulla di essenzialmente individuale, nulla che gli sia assolutamente proprio, se non la facoltà di pensare; e questa società, da cui egli dipende strettamente in ogni istante della sua esistenza, dipende inversamente un poco da lui quando ha bisogno che egli pensi. Perché tutto il resto può essere imposto dal di fuori con la forza, compresi i movimenti del corpo, ma nulla al mondo può costringere l'uomo a esercitare la sua potenza di pensiero, né sottrargli il controllo del proprio pensiero. 

giovedì 9 novembre 2017

Quarant'anni fa ... il '77 (capitolo XXXI)

21 agosto: a Montaldo di Castro, durante la festa dell’Unità, si scatena una rissa tra aderenti dei Comitati autonomi antinucleari e militanti del PCI.   
22 agosto: a Milano, un muratore che sta eseguendo i consueti lavori di manutenzione, in prossimità della riapertura dell’anno scolastico, trova dieci bottiglie molotov avvolte in una bandiera rossa, dimenticate in un’aula dell’Istituto Tecnico Molinari di Lambrate.
23 agosto. a Roma, protestano per la fuga di Kappler in circa tremila. Due manifestazioni si svolgono contemporaneamente: una si svolge al portico d’Ottavia, indetta dal Comune di Roma e dalla comunità ebraica, mentre a Largo Arenula manifesta un migliaio di militanti di Autonomia operaia, di aderenti ai collettivi universitari e membri deIla Federazione anarchica (slogan: «E’ questa la giustizia dello Stato: Petra in cella, Kappler liberato»). I manifestanti tentano di entrare nell’altra manifestazione, ma vengono respinti da sbarramenti di carabinieri e dal servizio d’ordine del PCI. Poco dopo un gruppetto staccatosi dal corteo tenta di assaltare la vicina sezione comunista: lanci di sassi e scritte provocatorie.
24 agosto: a Napoli, dopo otto giorni di sciopero della fame, e dopo due anni e mezzo di carcerazione preventiva e torture, Patra Krause lascia il carcere di Pozzuoli.
25 agosto: a Roma, nel quartiere di San Lorenzo, vengono sgomberate otto famiglie da due palazzine occupate da un anno: otto arresti per occupazione abusiva. A Napoli,in un comizio indetto per Petra Krause si verificano incidenti tra un gruppo di autonomi e la polizia. 20 giovani vengono fermati, mentre un agente e tre carabinieri vengono feriti. A Cagliari, Pierleone Porcu è in carcere dal primo dicembre dell’anno scorso. È accusato di adunata sediziosa, oltraggio a pubblico ufficiale, danneggiamento, porto d’armi improprie, travestimento. Tutti reati che il compagno avrebbe consumato in una manifestazione del novembre del 1976. I compagni che erano stati insieme a lui arrestati per gli stessi reati sono stati scarcerati, invece il compagno Pierleone è rimasto dentro preda delle provocazioni delle guardie. A Milano, tremila operai del gruppo Marelli in cassa integrazione.
26 agosto: a Roma, alcune persone mettono a soqquadro gli uffici della Confederazione Piccola Industria e lasciano scritto sui muri: “Abbasso i padroni”.A Milano, alle sei di mattina, una bomba distrugge l’ufficio commerciale tedesco. Mezzo chilo di esplosivo esplode con un boato davanti alla sede della camera di commercio italo-tedesca, danneggiando anche il vicino hotel “Augustus” e alcune auto in sosta.
28 agosto: a Montalto di Castro, “mentre polizia e carabinieri pattugliano in forze i dintorni, sotto una pioggia torrenziale, si svolge una manifestazione, indetta dal “Coordinamento campeggiatori antinucleari”, con circa 8.000 persone. AI corteo partecipano anche centinaia di agricoltori maremmani, insieme ai gruppi di autonomi, di indiani metropolitani e di anarchici, affluiti dal Lazio e dalla Toscana. A Napoli, tre bombe esplodono davanti alla filiale della Farmaceutici Roche. Le Unità Comuniste Territoriali con un volantino rivendicano l’azione.
29 agosto: a Milano, viene concessa la libertà provvisoria a Sergio Spazzali, avvocato del Soccorso Rosso milanese. A Bologna, uno studente lavoratore, Fausto Bolzoni, della Federazione Comunista Anarchica viene arrestato per i fatti di marzo, accusato di aver saccheggiato una armeria.
30 agosto: a Roma, va a fuoco il cinema Ariston di piazza Colonna. Si proiettava un film sull’incursione israeliana all’aeroporto ugandese di Entebbe.

SONETTO ALLA BELLEZZA NERA di Lord Edward Herbert of Cherbury

Nera bellezza, che al di là della luce comune
Il cui potere rinnova fra gli altri colori
Solo quelli che ancora la tenebra annulla,
Rimani sempre invariata allo sguardo.

E come oggetto sempre uguale all’occhio
Non ti trasformi di giorno, non ti nascondi la notte;
Quando tutti i colori che il mondo chiama vividi
E la vecchia poesia continuamente insegue

A tal punto di notte svaniscono e fuggono
Che non rimane traccia del loro passaggio,
Tu ti mantieni unica, e noi riconosciamo

Che la tua oscurità è una favilla di luce
Del tutto inaccessibile: è soltanto la nostra oscurità
A farci credere infatti che sei scura.

La sinistra non esiste

La sinistra non esiste. Esistono le due sinistre. La sinistra destra e la sinistra sinistra, che alla fine si muovono insieme, perché appartengono allo stesso inoperabile corpo siamese. La sinistra destra, che nel suo egocentrismo di sempre si fa chiamare centro-sinistra, non riesce a stare al centro dell'attenzione: fatica a farsi notare. Sta a fianco dei nostri ragazzi nelle missioni militari all'estero, sta vicino agli eroi che muoiono da italiani, ha parole di comprensione per tutti tranne per chi dice di rappresentare. Genuflessa davanti al tabernacolo di Confindustria, umilmente inchinata ai piedi del neo liberismo, si fustiga per presunti peccati passati. Continua a pregare perché tutto il mondo diventi o un grande mercato o una grande galera, così che i suoi imprenditori possano a fare i soldi e i suoi magistrati possano arrestare i cattivi. Soprattutto quei cattivi che fanno lo sciopero selvaggio, che ledono una banca armata, che si difendono dai carabinieri. La sinistra destra non crede più che il lavoro nobiliti l'uomo. Crede che il lavoro sfrutti l'uomo, ma approva e incoraggia il suo sfruttamento. La sinistra destra vuole gestire la precarietà e governare il precariato riottoso, ma quel che hanno da offrire a donne, migranti, giovani sono solo minorità, povertà ed esclusioni  in versione soft: ai precari ci pensino gli ammortizzatori sociali e il volontariato cattolico. Ovviamente la sinistra securitaria propone di rinchiudere i migranti e di dotare di silenziatori le pistole dei poliziotti, di modo che non ci sia tutto quel baccano quando sparano. E' come per la flessibilità che guai a chiamarla precarietà; la guerra di occupazione i destri sinistri la chiamano intervento umanitario.
la sinistra sinistra dice invece di essere dura e tosta. Ha sempre il pugno chiuso, meno che in periodo elettorale. La sinistra sinistra ha una ricetta sicura per combattere la guerra: alzare le mani e gridare: "nonvioooolenzaaaa". E' un grido magico che blocca carri armati e bombardieri. Per la sinistra sinistra alle manifestazioni non si deve andare con il casco: c'è l'ha già la polizia. La sinistra sinistra ora si è incontrata con tante sinistre sinistre europee, tutte con il pugno chiusissimo fino a che non devono aprire un portafoglio ministeriale, e ha il sogno di costruire una grande sinistra sinistrissima. La sinistra sinistrissima non chiederà reddito per i precari, ma chiederà che li mettano al lavoro per tutta la vita, a costruire un grande stato-nazione tutto rosso e disciplinato.

(tratto da manifesto bio/pop del precariato metroradicale - Aprile 2004)  


giovedì 2 novembre 2017

Quaranta'anni fa ... il '77 (capitoloXXX)

07 agosto: a Roma, uno studente di sinistra viene aggredito alla Balduina da militanti dell’MSI che stanno affiggendo manifesti.
08 agosto: a Torino, nella notte esplodono dei candelotti di dinamite accanto alle persiane di una finestra di un Commissariato, causando danni, ma nessun ferito. A Lucca, nella notte, una potente carica di tritolo fa saltare delle attrezzature televisive sul monte Pizzorno, mettendo fuori uso i ripetitori di alcune TV (tra cui Telemontecarlo); l’attentato viene rivendicato da Lotta Armata per il Comunismo.
10 agosto: a Roma, due bottiglie incendiarie esplodono contro il portone in cui abita il giudice Alibrandi. A Zurigo, il governo svizzero nega a Petra Krause l’estradizione e anche la libertà provvisoria richiesta per gravissimi problemi di salute.  
11 agosto: a Milano, in una intervista al settimanale Oggi, Carmela Vianale, madre della nappista arrestata a Roma, afferma che il 23 marzo, quando Lo Muscio uccise l’agente Graziosi, era stato questi a sparare per primo, quando aveva riconosciuto la Vianale, mirando al petto, ma colpendola ad un braccio. A Napoli, i magistrati negano la libertà a Petra Krause, che sarà arrestata al suo arrivo in Italia per “concorso in incendio doloso” (ai danni della Face-Standard di Milano, rivendicato dai NAP): nonostante le sue gravissime condizioni di salute, i magistrati la ritengono persona di “allarmante pericolosità sociale”.
12 agosto: a Roma, in un camping di Terracina, la polizia arresta il neofascista Silvio Paulon, considerato il braccio destro di Delle Chiaie nonché dirigente di primo piano di Avanguardia Nazionale. A Ostia, venti neofascisti inseguono armati di bastoni e catene quattro giovani ritenuti, a torto, militanti di sinistra. I giovani riescono a fuggire agli aggressori. A Milano, alle otto del mattino, viene chiuso uno dei centri sociali più attivi. 150 agenti della Celere e dei carabinieri sgomberano l’edificio di via Santa Maria 25 e sequestrano alcune spranghe, una pistola scacciacani, l’occorrente per fabbricare molotov. A Potenza, fallisce un attentato dei NAP alla caserma dei carabinieri della città. Il commando fugge per l’arrivo di un’autopattuglia, lasciando sul posto due taniche di benzina e una Fiat 1100 che risulta rubata.
15 agosto: a Roma, fugge dall’ospedale militare di Celio Herbert Kappler, ex colonnello nazista delle SS responsabile della strage delle fosse Ardeatine. Ripara a Soltau (Bassa Sassonia). 
16 agosto: a Roma, viene compiuto per la terza volta in cinque mesi, un attentato alla caserma dei carabinieri di piazza del Popolo. Una saponetta di tritolo esplode davanti il portone principale; l’attentato viene rivendicato dalla Brigata Vyborg. A Napoli, dopo 28 mesi di cella d’isolamento in Svizzera, Petra Krause arriva in Italia.
17 agosto: a Roma iniziano le indagini sulla fuga di Kappler. Vengono arrestati i due carabinieri che lo piantonavano, Luigi Falso e Oronzo Pavone. La bandiera di palazzo Valentini, sede della Provincia, viene messa a mezz’asta, in segno di lutto per l’evasione di Kappler. A Bologna, diecimila persone si radunano nel tardo pomeriggio a piazza Nettuno, davanti al Sacrario dei Caduti. 
18 agosto: a Soltau, Herbert Kappler è libero sotto la protezione della polizia federale. A Milano, viene indetta dal Comune, in segno di protesta per la fuga di Kappler, una manifestazione antinazista.
20 agosto: a Roma, centinaia di giovani extraparlamentari di gruppi dell’estrema sinistra si riuniscono nel pomeriggio davanti all’ospedale militare del Celio, dove una donna mima Annelise Kappler in fuga con una minuscola valigia. Il corteo attraversa poi via dei Fori Imperiali, piazza Venezia, piazza Argentina e da lì raggiunge la Sinagoga, davanti alla quale si ferma brevemente. In Germania, i neonazisti si stringono attorno a Kappler. Negli ultimi sei mesi nella Germania federale si sono tenuti 140 raduni all’insegna della svastica, tutti regolarmente autorizzati.

BLUEBERRY di Jan Kounen

l film racconta la storia di Mike Blueberry, un uomo senza passato che, ritrovato in fin di vita dagli indiani Chiricahua, viene da loro curato ed anche iniziato a misteriose pratiche sciamaniche. In bilico tra due civiltà, quella indiana e quella dei bianchi, Blueberry diventa l’aiutante dell’anziano sceriffo della piccola cittadina di Palomito, ricorrendo di volta in volta sia al buon senso, sia alla sua abilità nell’uso della pistola, sia anche alle sue pratiche magiche per mantenere l’ordine nel paese ed evitare scontri e tensioni tra i cittadini ed i nativi americani. La situazione precipiterà quando arriverà in paese il pistolero Wally Blunt che, alla ricerca di un antico tesoro indiano, metterà a ferro e fuoco la città scontrandosi con Blueberry, il quale avrà modo di fare luce sul proprio passato scoprendo di conoscere Blunt ed avere un conto aperto con lui.
Allucinato viaggio nei fantasmi della mente, Blueberry è un film che prende a pretesto la cornice western per introdurci, senza farne troppo mistero, in uno psichedelico trip mentale.
Il personaggio di Blueberry apparve la prima volta con la rivista settimanale francese Pilote nel 1963, disegnato di uno dei più grandi autori di fumetto di tutti i tempi: Jean Giraud in arte Moebius.
Il regista Jan Kounen, documentatosi in Messico e in Amazzonia sullo sciamanesimo, sceglie di parlare dell’ascetismo e dei riti delle tribù degli indiani pellerossa, usando a pretesto la storia dello sceriffo loro paladino. Col risultato di una maggiore attenzione alle deliranti visioni dall’uso delle sostanze allucinogene oltre agli aspetti misteriosi e affascinanti di questa cultura. La seconda parte del film è tutta incentrata su tecniche e rimedi “magici” degli sciamani, adottati nello specifico, nel combattimento “psichedelico” tra Blueberry e l’antagonista Wally: enorme impiego di effetti speciali di sicura presa, costituite da immagini geometriche dai mille colori che si trasformano in altre immagini simili ad una velocità vertiginosa. Immagini che non sono mai ferme ed è difficile descriverle adeguatamente perché di solito non hanno alcun riscontro con alcunché di reale e di definito (immagini
caleidoscopiche). 
Intervistato sul film il regista dichiara: “Tuttavia, affrontando lo sciamanesimo ho avuto un problema: era un tematica di cui non sapevo molto. Ho realizzato che, a dispetto di tutto ciò che avevo letto a proposito, non avevo una conoscenza abbastanza accurata di cosa uno sciamano fosse in termini quotidiani. Avevo bisogno di documentarmi. Sono andato in Messico e in Perù per incontrare gli sciamani. Durante ognuno di questi viaggi ho scoperto nuove realtà che hanno trasformato la mia percezione delle cose e mi hanno aiutato a nutrire lo script. 
Visto che nel mondo in cui viviamo tendiamo a sostenere l’esistenza di una sola realtà. Volevo combattere quest’idea preconcetta mostrando un’altra realtà, quella esplorata dagli indiani. La nostra cultura domina la dimensione materiale molto bene ma non è così per la dimensione spirituale. Per gli indiani è quasi l’opposto; la loro cultura affronta questioni fondamentali come la natura, la realtà o la coscienza in un modo talmente raffinato da farci apparire, in confronto, dei primitivi! L’ordine del mondo riposa su un fragile equilibrio tra le diverse forze vitali. Lo sciamano “restaura il disordine” quando qualcosa rompe il circuito degli scambi. È un viaggiatore tra i mondi, visibili ed invisibili. Lo sciamanesimo è una scienza dello spirito. Gli Indiani dell’Amazzonia e del Messico mettono questa tecnologia in pratica usando dei potenziatori esterni come le piante. Sono potenziatori distruttivi, letteralmente, perché fanno si che si possa penetrare un livello di realtà molto più ampio e affrontare la coscienza in modo diverso. Questa è la realtà sciamanica. Mentre il mondo occidentale sta soffrendo di una reale perdita di direzione e si è inchinato alla disgregazione, noi dobbiamo, come Blueberry, imparare molto dal mondo indiano che invece prova a preservare le proprie tradizioni ancestrali, la sua eredità storica e culturale.”

Neurogreen

La fine del mondo non è un evento. E' un processo. Che è in corso.
Neurogreen nasce dalla convinzione che distruzione della biosfera, devastazione socioeconomica, guerra civile globale siano le tre facce di una crisi epocale della società globale e dei suoi dispositivi di valorizzazione economica, sovranità politica e legittimazione democratica.
Malgrado 5 anni di movimento globale e tre anni anni di movimento italyano, non è ancora emersa una identità culturale e politica che sappia andare oltre il richiamo ai simboli delle generazioni eretiche del passato.
Se il comunismo ereditato dalla guerra fredda è eurolatino, l'ecologismo è pienamente globale e, come il socialismo, accoglie riformisti come rivoluzionari nelle loro molteplici  diversità.
Neurogreen significa essere euro e non/euro, ecopoietici e neuromantici allo stesso tempo. Neurogreen è verde cloroplasto, nuova essenza hardcore green: è pensiero verde al THC e azione ecowarrior contro l'FMI.
Consci nel vivere nel cataclismatico XXI secolo, i neuro green vogliono dare vita ad una identità ecoattivista egualitaria/precaria e digitale/libertaria, che si nutra delle esperienze del movimento di Seattle-Genova-Mumbai e si appropri dei progressi nelle neuroscienze della cognizione, nelle tecnologie della comunicazione, nelle scienze sociali del postindustrialismo, nelle scienze naturali della ecologia contemporanea, per poter agire risolutamente ed efficacemente contro la guerra globale e arrestare la distruzione dell'ambiente dei nostri figli e nipoti.
Nell'inquietante era della clonazione genetica e della terapia genomica, neurogreen vuole essere la cellula staminale del cambiamento politico e sociale in Italya e in Europa. Una cellula staminale non è onnipotente ma totipotente: saranno il dibattito e le attività dei neurogreen in rete e nella metropoli a determinare se sapremo essere tessuto connettivo, cardiaco, e e/o nervoso per il movimento pacifista che si batte per la giustizia globale e la salvezza ambientale.