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giovedì 3 agosto 2017

Quarant'anni fa ... il '77 (capitoloXVII)

27 aprile: a Roma, si tiene una conferenza stampa nella sede del collettivo di via dei Volsci, in cui i Comitati Autonomi Operai rigettano l’accusa di essere i responsabili della morte dell’agente Passamonti; denunciata Radio Città Futura per istigazione a delinquere in relazione alla trasmissione in diretta effettuata il 21 durante gli incidenti nella zona universitaria culminati con l’uccisione di Passamonti.
28 aprile: a Torino, il Presidente degli Avvocati Fulvio Croce, 76 anni, viene ucciso dalle Brigate Rosse con 5 colpi di pistola nell’androne di via Perrone, dov’è il suo studio. A Roma, viene rapito Rosario Nicolò, preside della facoltà di Legge; viene scoperta una base dei NAP, con archivio e arsenale. A Milano, le Brigate Rosse incendiano l’auto di un consigliere comunale della DC.
29 aprile: a Torino, viene picchiato un esponente della FGCI, dopo una riunione nella sezione del PCI di via Sant’Agostino; perquisita la sede di Lotta Continua, motivo ufficiale: normale controllo tributario. A Bologna, inizia l’assemblea nazionale del movimento. Gli studenti che arrivano a migliaia trovano l’ateneo chiuso e presidiato dalla polizia, secondo la decisione del Rettore. L’assemblea comincia in un piccolo cinema affollatissimo e al Palazzo dello Sport; l’Unità, che titola «Oggi inizia l’assemblea delle fazioni più facinorose del movimento studentesco», ha un ruolo di primo piano nel mobilitare la città contro i militanti del movimento; Il centro storico viene presidiato da ingentissime forze di polizia verrà anche piazzata una mitragliatrice pesante; consistenti settori dell’«area dell’autonomia», criticati per i fatti di Roma, abbandonano l’assemblea che continua, piuttosto stancamente, col ritorno ad un ruolo di rilievo dei gruppi e con l’emarginazione dell’«area creativa» del movimento, In conclusione viene approvata, di misura, una mozione del movimento di Bologna: vi si condanna duramente la scelta dello scontro frontale con gli apparati dello stato e si denunciano i rischi del minoritarismo e del militarismo.
30 aprile: a Torino, cinque bombe su altrettanti bersagli nella notte: prima bomba alla Facis di via Perugia 24, scardinato il cancello d’ingresso; bottiglia molotov attraverso il locale caldaia della fabbrica di penne Aurora in via Abbadia di Stura 200; un tubo pieno di esplosivo piazzato sul davanzale della centrale Sip alla crocetta in via Cassini 50; stessa modalità per l’Ufficio di Collocamento in via Gioberti 16; bomba contro una finestra dell’officina elettricisti della Michelin in via Livorno angolo via Treviso, gli attacchi alla Facis e all’Aurora vengono rivendicati da Lilith per il Comunismo. A Firenze, Prima Linea rivendica l’attentato compiuto nella notte contro la caserma della Celere Fadini in via della Fortezza, un auto della polizia viene danneggiata. A Napoli, attacchi a catena di un gruppo di fascisti contro sedi dei partiti di sinistra. A Roma, tre studenti universitari della sezione del PCI di via Rosolino Pio, a Monteverde, vengono aggrediti da una decina di giovani di destra; nel quartiere San Paolo, in via Volpato, vengono aggrediti altri due studenti di sinistra; in corso Trieste, due fascisti in motorino sparano contro il segretario della sezione del PCI che sta attaccando manifesti per il primo maggio; in via della Caffarelletta, nel quartiere Appio Nuovo, venti giovani che fanno scritte contro il lavoro nero vengono fermati da agenti in borghese, durante l’identificazione due dei giovani fermati sparano contro gli agenti. A Milano,vengono compiuti  nella notte quattro attentati, due contro caserme di carabinieri, prese a raffiche di mitra e lancio di bombe a mano, rivendicati da Prima Linea;  mentre le altre due esplosioni ai danni dell’ex ufficio di collocamento e ad una concessionaria di automobili Opel vengono rivendicati dall’organizzazione di ispirazione anarchica Azione Rivoluzionaria. A Salvezzano (Padova), attentato incendiario contro l’Elettronica Industriale Pinton e la RTR radiotelevisione regionale veneta, in un volantino lasciato sul postobsi legge: “Distruggere il lavoro nero”, le azioni sono rivendicate da Organizzazione Operaia per il Comunismo. A Genova, una pentola a pressione contenente esplosivo viene lasciata dinanzi all’autorimessa del nucleo radiomobile dei carabinieri, l’ordigno non esplode. A Brescia, tre attentati incendiari presi di mira una automobile di uno studente, il negozio di un imputato del processo MAR e una roulotte.    

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