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giovedì 13 aprile 2017

Educare senza riempire nè plasmare

L'educazione è l'intervento di un individuo su un altro al fine di obbligarlo a fare proprie determinate abitudini morali. L'educazione  è l'azione coercitiva, unilaterale, esercitata da un individuo su un altro individuo è la formazione imposta. L'educazione è l'aspirazione al dispotismo morale elevata a principio è la tendenza di una persona a plasmare un'altra a sua immagine. (Lev Tolstoj)
L'idea che l'educazione, per essere veramente libera, debba occuparsi esclusivamente di garantire all'educando ogni possibilità per divenire ciò che è in potenza e ciò che aspira a diventare, secondo un suo specifico progetto di vita, è alla base di tutte le esperienze autenticamente democratiche e libertarie.
Infatti, educare si sostanzia in una azione spontanea, che nasce da una relazione dialogica, attraverso la mediazione dell'ambiente: senza riempire né plasmare, ma esclusivamente  liberando  ogni possibile specificità, attitudine, talento.
Questa idea di educazione attraversa la storia e la geografia in modo spesso sotterraneo, di solito trascurata dalle pedagogie ufficiali, si nutre degli apporti di pensatori diversi e di esperienze molteplici.
Non può per tanto divenire un dogma caratterizzato da una ideologia, una fede religiosa, uno schema culturale rigido ma, piuttosto, trova la sua ragione nel continuo nutrirsi di influenze diverse, ma tutte accomunate da un profondo e vero rispetto per l'essere umano, senza alcuna volontà di snaturare caratteristiche e peculiarità di ognuno. Il discepolo di Gandhi, Vinoba Bhava, coglie esattamente questo aspetto quando sostiene che : "L'educazione è come l'acqua del fiume, quella di oggi non è quella di ieri, né quella di domani. Il fiume continua a scorrere: la sua acqua non è mai la stessa. Analogamente, l'educazione dovrebbe continuare a mutare, con l'esperienza del giorno". 

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