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giovedì 30 marzo 2017

Essere squatter nel 1600

Il più antico esempio conosciuto nel mondo di azione anarchica politicamente consapevole risale ai fatti dell’aprile 1649, quando Gerrard Winstanley e una quarantina di altri coloni hanno costituito una comunità agricola proto-anarchica sulla terra comune e incolta a St George’s Hill, nel Surrey (dove adesso c’è una struttura abitativa privata molto esclusiva). Erano i cosiddetti Diggers (Dissodatori), il più radicale dei gruppi rivoluzionari emersi all’epoca delle guerre civili inglesi verso la metà del diciassettesimo secolo, la loro intenzione dichiarata era «lavorare nella giustizia e porre le fondamenta per fare della terra un tesoro comune per tutti». Il film Winstanley, girato nel 1975 da Kevin Brownlow e Andrew Mollo, ha ricreato meticolosamente gli avvenimenti di St George’s Hill e, pur senza parteggiare apertamente a favore dello spirito anarchico che ispirava il movimento, mette in evidenza le connessioni con il comunismo libertario presenti nei pamphlet di Winstanley e nell’azione diretta dei Diggers.
Winstanley, dopo un tentativo fallito di succedere a suo padre come mercante di tessuti, diventava un bracciante e un pensatore radicale, e i suoi scritti rivelano le intenzioni sovversive dei Diggers a St. George’s Hill. Erano solo degli squatter senza terra, eppure mentre ripulivano e concimavano il terreno comune, piantando ortaggi, intendevano coscientemente stabilire la possibilità di vivere in un modo diverso, alternativo. In quello stesso anno Winstanley manifestava questa consapevolezza della sfida che avevano accettato. La libertà, scriveva, «è la forza umana che rovescerà il mondo, quindi non è motivo di meraviglia che abbia dei nemici». Nel Trae Levellers’ Standard sosteneva che l’intrinseca capacità del popolo di ragionare e organizzare la propria vita rende inutile un controllo esterno e il bisogno di «correre in giro appresso a ogni maestro o padrone a esso estraneo». La sottomissione a un’autorità imposta è dannosa oltre che non necessaria, perché «il potere di comandare e insegnare ostacola lo spirito di pace e libertà, dapprima all’interno dei nostri cuori, riempiendoli della servile paura degli altri, e poi all’esterno di essi, sottomettendo i corpi così che siano imprigionati, puniti e oppressi dal potere esterno di un altro». La comunità di St. George’s Hill si era costituita per mostrare come il popolo, per vivere, non avesse necessità del governo di uno Stato con il suo potere di coercizione, sperando di attrarre altri aderenti e crescere in numero e influenza. Insieme allo Stato e al suo apparato, era anche rifiutata l’idea corruttrice della proprietà privata. Che ogni uomo possa dire il suo volere, [perché] fintanto che i Governanti decideranno loro sulla Terra, trattenendo per sé questa particolare proprietà del Mio e del Tuo, mai la gente comune avrà la sua libertà, né mai la Terra sarà libera da guai, oppressioni e recriminazioni.


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