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giovedì 14 luglio 2016

Sull'anarchismo

Uno scrittore francese, simpatizzante anarchico, scriveva nell'ultimo decennio del secolo scorso che "l'anarchia ha le spalle larghe; come la carta, sopporta qualunque cosa" – ivi compresi, egli notava, coloro le cui azioni sono di tal fatta che "un nemico mortale dell'anarchia non avrebbe potuto agire meglio". Sono molti gli stili di pensiero e d'azione che sono stati qualificati come "anarchico". Sarebbe vano tentare di unificare tutte queste tendenze contrastanti in una qualche ideologia o teoria generale. E quand'anche si tenti di rintracciare nella storia del pensiero libertario una tradizione vivente in evoluzione, come fa Guérin nel suo L'anarchisme, rimane difficile formularne le dottrine come una ben determinata teoria della società e del mutamento sociale. Lo storico anarchico Rudolf Rocker, che traccia un profilo sistematico dello sviluppo del pensiero anarchico in direzione dell'anarcosindacalismo, secondo un'impostazione molto prossima a quella del lavoro di Guérin, puntualizza esattamente la questione quando scrive che l'anarchismo non costituisce "un sistema sociale definito e in sé concluso, quanto piuttosto una ben determinata tendenza nello sviluppo storico dell'umanità che, in contrasto con la tutela intellettuale imposta da tutte le istituzioni clericali e governative, lotta per il libero e incondizionato dispiegamento delle forze individuali e sociali della vita. La libertà stessa è soltanto un concetto relativo, e non assoluto, poiché tende costantemente ad espandersi e a coinvolgere sfere sempre più ampie in una crescente varietà di modi. Per l'anarchico, la libertà non è un astratto concetto filosofico, ma la concreta possibilità vitale per ogni essere umano di sviluppare appieno tutte le potenzialità, le facoltà, le doti che la natura gli ha donato, volgendole a vantaggio della società. Minore è il peso della tutela ecclesiastica e politica in questo naturale sviluppo, e tanto più ricca e armonica diverrà la personalità umana, tanto più decisamente essa diverrà la misura della cultura intellettuale della società in cui è cresciuta."

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