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giovedì 2 giugno 2016

Il Candidato visto da Eliseo Reclus

Reclus è sempre stato anarchico sia per temperamento sia per principio, ma il suo anarchismo ha acquistato in coerenza man mano che la sua analisi sociale si è ampliata diventando una critica puntuale a ogni forma di dominio. Di questa critica, uno degli aspetti più sviluppati è l’attacco devastante allo Stato, cui egli si oppone in tutte le sue espressioni, non esclusa la finzione ideologica dello Stato rappresentativo. Sebbene ancora nel 1871 sia disposto a presentarsi come candidato all’Assemblea Nazionale, già da tempo è arrivato a opporsi al sistema parlamentare nel suo insieme e per il resto della sua esistenza si rifiuterà di votare alle elezioni nazionali, anche nella proverbiale ipotesi del minore dei mali. Secondo lui, tutti coloro che cercano di esercitare il potere in uno Stato-nazione centralizzato si espongono al rischio di essere assorbiti all’interno di quel sistema di dominio. A suo dire, chiunque aspiri a una carica pubblica, innalzato al di sopra della folla che ben presto impara a disprezzare, finisce per considerarsi un essere sostanzialmente superiore; sollecitato in mille forme dall’ambizione, dalla vanità, dall’avidità e dal capriccio, diventa a maggior ragione facile da corrompere. Questa parabola, egli nota, è favorita da un codazzo di adulatori interessati che è sempre in caccia per approfittarsi dei vizi del potente. Le osservazioni di Reclus sul processo di selezione dei candidati alle elezioni sono acutissime e si adattano perfettamente alla cosiddetta democrazia rappresentativa dei nostri giorni. Per conquistarsi un seguito, egli nota, il candidato a una carica pubblica deve compiacere una molteplicità di fazioni, per cui inevitabilmente le ambizioni vengono a galla, le manovre, le gare di promesse, le menzogne hanno buon gioco: non è il più onesto di quelli che si propongono ai suffragi che ha più probabilità di successo. In linea di principio il legislatore deve essere specialista in ogni campo, per prendere decisioni in nome di tutti su ogni argomento immaginabile. Ovviamente nessun candidato possiede tali capacità in misura maggiore degli elettori. In pratica, ai candidati si chiede di essere esperti nella scienza di essere eletti e nessuna capacità specifica raccomanda il candidato agli elettori. Caratteristiche del tutto irrilevanti o arbitrarie diventano essenziali per la vittoria elettorale: L’eletto dovrà il suo successo a una certa popolarità locale, al carattere cordiale, alla capacità oratoria, al talento organizzativo, ma frequentemente anche alla ricchezza, alle relazioni familiari e persino, se grande industriale o grosso proprietario, al timore che incute. I prodotti di questo sistema corrotto sono una serie di persone mediocri, senza alcuna concezione del bene comune. Il politico di successo più spesso sarà un uomo di partito: non gli si chiederà di operare per il pubblico bene, né di facilitare i rapporti fra gli uomini, ma di combattere questa o quella fazione. Il rischio più grave non è l’incompetenza del corpo legislativo, ma il fatto che esso sia moralmente abbietto in quanto dominato da politici di professione. I rappresentanti del popolo prenderanno di sicuro decisioni di gran lunga peggiori, per il popolo, di quelle che il popolo prenderebbe direttamente, senza il problema di organizzare le elezioni. Dopo che sono stati eletti, questi sedicenti rappresentanti sono ancor più liberi di agire al di fuori di ogni controllo popolare.
Sapendo di non dovere effettivamente rispondere a nessuno tra un’elezione e l’altra e ben consapevole della propria impunità, l’eletto si trova immediatamente esposto a ogni sorta di allettamenti da parte delle classi dominanti. I legislatori si ritrovano in un mondo dominato dal potere e dalla ricchezza che è del tutto estraneo alla vita reale del proprio elettorato. La forza di questo ambiente è tale da travalicare tutti gli scrupoli che potrebbero frapporsi sulla via della totale identificazione con l’élite politica, in quanto il nuovo arrivato s’inizia alla tradizione legislativa sotto la guida di veterani del parlamentarismo, adotta lo spirito di corpo, riceve le sollecitazioni della grande industria, degli alti funzionari e, in modo particolare, della finanza internazionale.

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