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giovedì 31 marzo 2016

La spoliazione sociale

La tecnica è arrivata ora mai ad annullare il bisogno materiale della forma di denaro, il solo e unico bisogno prodotto dalla economia politica, riducendo ad una astrazione entro cui si dibattono i desideri ammaestrati ad un consumo socialmente accettato. Questo modo di vivere la banca (come ieri si viveva il tempio) si dimostra, dal punto di vista delle forme economiche, ancora più oppressivo di quello concesso loro dalle sue forme cartacee e metalliche. La cashless society, infatti, è una società nella quale la penetrazione capillare dell'informatica ha raggiunto un punto tale per il quale, la materializzazione del denaro in banconote è addirittura un ostacolo alla circolazione dei capitali e, dunque, al profitto controllato in tempo reale. Ma c'è di più, questa forma immateriale del denaro crea nuove dipendenze e al tempo stesso attenua il suo triviale impatto materiale, favorendo l'identificazione dell'individuo con il denaro, costringendolo a mendicare crediti. Dunque, a mentire, simulare, falsificare e , soprattutto, a perdere il controllo sui segni materiali, che formano l'equivalente generale del valore informatizzato. In definitiva, a smarrirsi nel progresso della circolazione della astrazione che ha un fine: la formazione di un mercato perfetto, vale a dire, ontologico. Un mercato nel quale la prima funzione del denaro è dominare, non circolare, facilitando il passaggio della ricchezza sociale nell'immaterialità. Tutto ciò spiega perchè la funzione del denaro nelle sue configurazioni moderne tende ad aumentare, invece di essere abolita. In sostanza, tende ad essere consolidata come una forza di polizia che consente i calcoli burocratici della sopravvivenza.. Il fatto poi che questa funzione appaia irrazionale nella sua irrazionalità, non fa che dimostrare come ogni progresso sviluppi nuove contraddizioni in un sistema in cui il fine ultimo è la spoliazione sociale.

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