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giovedì 3 marzo 2016

I professionisti definiscono i bisogni

In un economia dominata dai servizi, in cui la maggior parte della popolazione trae sostentamento da servizi professionali e il PIL si misura in funzione dei servizi prodotti, ogni Paese ha bisogno di una offerta sempre più ampia di manchevolezze individuali. E' una società che ha lo scopo di soddisfare dei bisogni, definiti in termini di manchevolezze personali, altro non è che un'economia che ha bisogno di sempre nuovi bisogni. Per ironia della sorte, la produzione della ricchezza - nella nostra società - dipende dalla capacità di ciascuno di scoprire le manchevolezze altrui. Ne deriva, sotto il profilo politico, una collettività di persone incapaci di percepire i problemi che hanno davanti, e tantomeno di risolverli.
L'effetto disabilitante, provocato dal modo in cui i professionisti definiscono i bisogni, sta nella attribuzione di ogni cosiddetta manchevolezza all'utente in quanto tale: come se si trattasse di una sua proprietà personale. In astratto, quasi tutti i professionisti tenderebbero a guardare i problemi individuali all'interno di un determinato contesto sociale, economico e politico. In concreto, il loro modello di intervento riparativo tende a isolare ogni individuo da quel contesto. Per effetto di questa individualizzazione, l'operatore professionista non riesce più a comprendere nemmeno le caratteristiche del contesto. Poichè gli strumenti e le tecniche di intervento di cui dispone si indirizzano soltanto alle singole interazioni sociali, l'interpretazione dei problemi sociali non può che assumere - a sua volta - un taglio individualizzato. E' lo strumento con cui si lavora a definire il problema, più di quanto non sia il problema a definire lo strumento di cui ci sarebbe bisogno.

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