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giovedì 19 novembre 2015

L’ideale anarchico nel movimento DiY (Do It Yourself)

Ciò che caratterizza il movimento DIY è una generale assenza di interesse nell’apprendimento teorico a favore di un più acceso impegno pratico, affiancato da un vasto dibattito ed approfondimento delle tematiche direttamente legate all’attualità del proprio vivere sociale, in vista di una immediata realizzazione dell’ideale anarchico. Realizzazione che si struttura attorno ad una vita gestita in modo etico, accompagnata da radicali cambiamenti personali, attraverso occupazione e liberazione di spazi, sviluppo di strategie di comunicazione, autoproduzione e autogestione, e per mezzo di ulteriori e svariate forme di azione diretta volte alla liberazione di uomini, animali e natura. 
Centrale per il movimento DIY è l’opposizione ad ogni forma di discriminazione. Gli anarchici credono nel concetto di uguaglianza fra tutti gli individui indifferentemente dalla propria etnia, genere o orientamenti sessuali. Tale presupposto viene ritenuto fondamentale per creare una società realmente libera dove tutti possano collaborare nel fine comune di una esistenza migliore. L’anarchismo è la filosofia della libertà personale, responsabilità personale e mutuo rispetto tra tutte le persone. Crediamo in una società dove la libertà di un individuo sia limitata solo dalla libertà di qualcun altro. La forte rilevanza che viene data al concetto di libertà porta alla critica di qualsiasi forma statale compresa quella democratica. Nell’anarchia lo stato non scompare interamente, esso semplicemente si dissolve nelle persone. Le persone assorbono lo stato e assumono le sue funzioni come parte integrante della vita di tutti i giorni.
Per libera associazione il movimento DIY intende l’assunto secondo il quale nessuno potrà sentirsi libero finché non lo saremo tutti e che quindi dobbiamo unire i nostri sforzi a tal fine. Tale libertà va ricercata opponendosi a pregiudizi, ingiustizie e discriminazioni ricercando la più alta forma di libertà di espressione possibile attraverso il confronto diretto. L’anarchismo, contrariamente ad una convinzione diffusa, non è né caos, né violenza, né uno stile di vita alternativo (inteso come moda passeggera). Noi abbiamo una specifica visione di quello che l’autorità rappresenta, di come tende all’ingiustizia e di come possiamo organizzare la società senza di essa; basandola sulla libertà, eguaglianza sociale e cooperazione. L’anarchismo, quindi, non è un movimento apolitico. Al contrario la politica proviene dalle nostre vite e dalle nostre azioni, e dal modo in cui le persone si relazionano fra loro, si associano pensando autonomamente. 
Tutto questo è utopico? Certo che lo è. Ma sapete qual è il più grande timore per tutti? Che tutti i sogni, tutte le pazze idee e ispirazioni, tutti i desideri impossibili e le utopiche visioni che abbiamo possano realizzarsi, che il mondo possa accogliere i nostri desideri. Potrebbe essere vero che ogni essere umano si perde in un universo che è fondamentalmente indifferente, chiuso per sempre in una terrificante solitudine, ma non dovrebbe essere concepibile che alcune persone muoiano di fame mentre altre distruggono cibo o lasciano fattorie inutilizzate. Non dovrebbe essere possibile che donne e uomini sprechino il loro tempo lavorando per servire la vuota ingordigia di pochi uomini ricchi, giusto per sopravvivere, è una stupida e inutile tragedia, patetica e senza senso. Non è di certo utopico rivendicare di porre fine a farse come queste. 

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