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venerdì 27 novembre 2015

COME STRUMENTO DEI PROLETARI COSCIENTI PER LA CRITICA DI OGNI IDEOLOGIA PRESENTE

La pratica rivoluzionaria deve spazzare via ogni residuo ideologico e mitico che il mercato culturale e il conservatorismo del PCI, dei sindacati e dei loro alleati tentano di opporre come ultimo baluardo di fronte all’inevitabilità della loro scomparsa voluta dalla feccia proletaria emergente dalla società di classe. I “contestatori” della cosiddetta sinistra extraparlamentare sono i tristi epigoni dei fallimenti storici del movimento operaio ed impiegano ogni arte magico-ideologica per mettere le briglie all’onda rivoluzionaria e assicurarsi la gestione burocratica del futuro assetto sociale.
Acheronte intende essere l’espressione del minimo di coerenza finora raggiunto dai proletari organizzati soggettivamente e il massimo di spietatezza nei confronti dei falsi rivoluzionari.
Acheronte, organo dell’Organizzazione Consiliare, intende praticare il massimo di settarismo nei confronti dei nemici - dichiarati ed occulti – del proletariato moderno e, nel contempo, il massimo di apertura dialettica nei confronti dei sinceri rivoluzionari già in marcia verso la critica pratica della società presente, per l’instaurazione del potere assoluto dei Consigli Proletari.
La moderna teoria proletaria ci distingue no solo da coloro che vaneggiano sul Partito, vecchio o nuovo,ma anche da coloro i quali, riproponendo la logora tematica dei consigli operai, contrabbandano per novità le sconfitte storiche del proletariato, non rendendosi conto che solo l’autogestione generalizzata porterà alla distruzione pratica degli operai in quanto classe separata, per la realizzazione della felicità idonea al capovolgimento della sopravvivenza socializzata.

(ACHERONTE numero due, Ciclostilato in proprio Torino, 17/3/1971.)

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