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giovedì 24 settembre 2015

Noi siamo per la costruzione di dissidenze radicali

La natura del sistema e la fusione tra mafia e politica rendono impossibile qualunque riforma. Qualsiasi tentativo di cambiare davvero anche un solo aspetto di questo monolite dovrebbe scatenare delle forze quasi rivoluzionarie; certamente apprendisti stregoni avidi di potere proveranno a giocare con la disperazione sociale mentre altri, abili strateghi dell’abisso, crederanno di manipolare i manipolatori, ma solo una rivoluzione basata su una prospettiva antindustriale può evitare di riprodurre le separazioni in atto in questa società. Questa prospettiva non si definisce in rapporto al sistema che combatte ma in funzione delle risposte che dà: è la sola in grado di superare i limiti delle lotte ecologiste per fare della libertà e di un rapporto di complicità con la natura la base di una possibile ri-umanizzazione. In una “guerriglia delle idee” che non sia sterile né demoralizzante, la volontà di fare nella pratica la propria parte, per quanto limitata possa essere, presuppone di impegnarsi su questo lungo cammino conflittuale, e sforzarsi di non allontanarvisi. La realtà ha messo un punto conclusivo al dibattito sui metodi:  non si tratta di rispolverare o di dare una nuova mano d’intonaco alle vecchie banalità del sapore marxista, né di polemizzare all’infinito, ad uso di una manciata di spettatori “competenti”, contro questa o quella variante del discorso politico (radicale, di estrema sinistra, “verde” eccetera) più o meno avariata o sclerotizzata, ma di divulgare una visione chiara del presente – e di un avvenire prevedibile – così come della natura delle forze che ambiscono a contestare questo mondo. Su quest’ultimo punto ci si distingue facilmente dicendo subito che in fin dei conti queste forze, lungi dall’essere la negazione di questo mondo, non ne rappresentano che semplici sottoprodotti, nella misura in cui si integrano nel suo sistema di autoprotezione:  le diverse forme di condizionamento con cui occupano il mercato della contestazione possono variare in funzione delle intenzioni dei loro rappresentanti, del loro livello di onestà e di altri fattori secondari, ma non riusciranno a nascondere la loro natura comune.
Noi siamo per la costruzione lenta e paziente di dissidenze radicali; una vasta coalizione di individui coscienti tanto di cosa li unisce nella loro diversità quanto di cosa li separa dal resto della società, e determinati a sbarazzarsi di quest’ultima.

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