Translate

giovedì 10 settembre 2015

La tecnologia e la natura

La società detta industriale rappresenta oggi l’ultimo stadio della società capitalista: ciò non significa tanto che l’industria ne costituisca la principale fonte di ricchezza, quanto che la società nel suo insieme funziona come un sistema industriale, le cui caratteristiche sono la mondializzazione della produzione, della distribuzione e della divisione del lavoro, e la dipendenza totale dalla tecnologia. Per questo motivo il lavoro astratto, svincolato da qualsiasi attività sociale e privo di ogni valenza qualitativa, riveste la parte più importante del modo di vivere in questa società. Adesso che lo sfruttamento riguarda ogni aspetto della vita, e che il lavoro salariato non viene più percepito come tratto comune, la coscienza di classe si dissolve nella modalità del consumo di massa ormai predominante. Gli apologeti di questi mutamenti parlano di una "società postindustriale" la cui organizzazione si caratterizzerebbe per la subordinazione degli elementi materiali (materie prime e macchine) agli elementi immateriali (conoscenza e informazione).
In questa società la tecnologia – processo che riunisce scienza, tecnica, economia e politica – è la forza che presiede a ogni cambiamento; sta alla base di ogni sistema di produzione, circolazione e consumo. È il mezzo grazie al quale la produzione può essere automatizzata e delocalizzata, la natura colonizzata, le sue forze domate e le sue risorse saccheggiate; infine crea lo spazio sociale in cui la merce diventa spettacolo. La tecnologia non può essere ridotta ad un insieme di macchine e di conoscenze: costituisce di per sé un sistema divenuto autonomo. L’economia è alle sue dipendenze, ed essa si è diffusa a tal punto che si può parlare di una società artificializzata o "coltivata fuori suolo". Gli uomini si limitano a essere nient’altro che mediatori tra le macchine, vero soggetto della storia alienata: nel linguaggio dei commentatori più oscurantisti viene definita "società della conoscenza".
E quando le macchine rappresentano la principale forza produttiva questa diventa, spronata dagli imperativi della crescita, la principale forza distruttiva. La logica tecnicista travalica gli ambiti nazionali e si impadronisce del pianeta intero: ci troviamo in una società mondializzata votata allo sviluppo, in cui le popolazioni dei paesi in via di sviluppo  non sono altro che animali da laboratorio. 

Nessun commento:

Posta un commento