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giovedì 4 giugno 2015

L’illusione della libertà in RETE

La Rete avvolge il pianeta in un intreccio di informazione e comunicazione, un insieme di connessioni senza limiti e senza interruzioni. Assistiamo ad una frammentazione di infiniti dati, quindi: non più apprendere, ma documentarsi, non più studiare ma consultare, non più organizzare il sapere intorno a concetti e idee di fondo, ma accumulare dati relativi a parole chiave.
Si tratta, in poche parole, di ritrovarsi a gestire passivamente un grande flusso di notizie, volute solo apparentemente dai consumatori, ma strutturalmente definite secondo le strategie di mercato dei grandi gruppi economici, i quali mirano a rendere la comunicazione umana un mezzo prettamente adatto a promuovere un rapporto consumistico e tipicamente operativo con il mondo. Pertanto se la comunicazione viene ottenuta in base alla diffusione del consumismo inerente alla pubblicità della società delle immagini, la percezione della realtà finisce per uniformarsi in modo unidimensionale a quella massa di dati che vengono opportunamente filtrati e manipolati dal potere, mediante programmi adatti a svolgere quel tipo di elaborazione.
La Rete permette anche di realizzare quell'idea di assemblea permanente che è sempre stata parte integrante della pratica utopica anarchica; la rete permette di implementare un’organizzazione autonoma che sia in grado di prendere decisioni, di gestire i processi in atto e, al tempo stesso di non costituirsi in apparato strutturato di potere con gerarchie stabilite e lo fa per mezzo di una comunicazione elettronica orizzontale e di tecnologie che proprio perché sono tecnologie di individualizzazione e di autonomia alcuni le considerano tecnologie di libertà; questo non significa tuttavia che le tecnologie di per sé, producano libertà, producano autonomia.
Bisogna infatti essere ben consapevoli che gli stessi strumenti  che potenzialmente ampliano gli spazi di libertà sono anche utilizzati per la repressione e per un controllo accurato e costante sugli individui e sulle popolazioni. Due fonti di informazioni ormai pervasive, che ci portiamo tutti appresso e che forniscono dati fondamentali sulla nostra vita, sono la carta di credito e il cellulare, il quale continua a inviare dati sulla localizzazione e sui movimenti anche quando il telefono è spento. L’informatica pervasiva del sociale delinea in questo modo il rischio di un vero e proprio neo-totalitarismo. Bisogna riflettere criticamente allo scopo di comprendere una dinamica che è da sempre presente nella complessità delle strutture umane ma alla quale internet offre l’evidenza del quotidiano, il fatto che anche strutture orizzontali possono essere e diventare strutture di potere che funzionano ancor meglio di quelle gerarchiche.  Ricordiamoci sempre che il potere sta nella mente delle persone, e se controlli il modo in cui la gente si informa e comunica allora controlli il potere. Il dominio degli apparati è solo l’espressione di un dominio più profondo: il dominio delle menti.

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