Translate

giovedì 19 marzo 2015

Non c’è più da attendere


IN MARCIA ! Un insurrezione, non vediamo nemmeno più da dove possa iniziare. Sessant’anni di pacificazione sociale, di sospensione di tutti i ribaltamenti storici, sessant’anni di anestesia democratica e di gestione degli eventi hanno indebolito in noi una certa percezione sconnessa del reale, il senso partigiano della guerra in corso. È questa percezione che bisogna ritrovare, tanto per cominciare. Non c’è da indignarsi che si applichi ormai da 5 anni una legge notoriamente anticostituzionale come quella sulla Sicurezza quotidiana. È vano protestare legalmente contro l’implosione compiuta del quadro legale. Bisogna organizzarsi di conseguenza. Non c’è da impegnarsi in tale o tal’altro collettivo di cittadini , in quella o quell’altra impasse di estrema sinistra, nell’ultima impostura associativa. Tutte le organizzazioni che pretendono di contestare l’ordine presente anno loro stesse, in versione più posticcia, la forma, i costumi e i linguaggi di Stati miniaturizzati. Tutte le velleità di “fare politica alternativa“ non hanno mai contribuito,sino ad oggi, che all’estensione indefinita dei presupposti statali. Non c’è più da reagire alle novità del giorno, ma comprendere che ogni informazione è un operazione in un terreno ostile di strategie da decifrare; operazione volta a tutti gli effetti a suscitare in tale o tal’altro, tale o tal’atro tipo di reazione. Bisogna considerare questa operazione per quanto riguarda la vera informazione contenuta nell’informazione apparente. Non c’è più da attendere - un fulmine, la rivoluzione, l’apocalisse nucleare o un movimento sociale. Aspettare ancora è una follia. La catastrofe non è quella che arriva, è quella in corso. Noi siamo situati, d’ora innanzi, dentro il moto di inabissamento di una civiltà. È la che bisogna prendere parte, bisogna parteggiare. Il non attendere, significa in un modo o nell’altro, entrare nella logica insurrezionale. È sentire di nuovo, nella voce dei nostri governanti, il leggero tremolio di terrore che non li abbandona mai. Poiché governare non è mai stato altro che rimandare attraverso mille sotterfugi il momento in cui la folla vi appenderà ,e tutti gli atti di governo null’altro che un modo di non perdere il controllo della popolazione. Noi partiamo da un punto di estremo isolamento, di estrema impotenza. Tutto è da costruire in un processo insurrezionale. Niente sembra meno probabile di un insurrezione, ma niente è piu necessario.

Nessun commento:

Posta un commento