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giovedì 22 gennaio 2015

L'individualista contro l'autorità di Emile Armand

La lotta contro l'alienazione è la lotta contro l'autorità in qualunque modo questa abbia origine o si manifesti. L'autorità consiste nell'oppressione che grava sopra un individuo o sopra una collettività per forzarli o indurli ad acquisire delle abitudini mentali, a compiere gesti, a conformarsi ai termini di contratti che mai sono stati sottoposti al loro esame; quindi nella coercizione che li obbliga e li induce, senza possibilità di discussione o di opposizione, a compiere degli atti che se fossero lasciati alla loro volontà, certo non compirebbero. Come si vede, Armand fa propria la più classica concezione anarchica, secondo cui il rapporto di dominazione non ha particolari caratteristiche sociali, economiche o politiche perché è un rapporto neutro, universale: si applica indifferentemente ad ogni situazione storica, ad ogni contesto collettivo o individuale. Vi è dominazione laddove alcuni individui obbligano altri, non importa come, a far qualcosa contro la loro volontà. In questo senso non vi è solo un potere politico, economico, civile e militare. Il criterio individualista denuncia altresì una dominazione religiosa, morale, intellettuale, l'autorità dei pregiudizi, dei costumi, delle abitudini, delle convenzioni, delle tradizioni famigliari; l'autorità delle formule, dei dogmi, delle professioni di fede, dei programmi, la dominazione delle scuole, delle chiese, dei partiti, delle sette, dei gruppi. Insomma, denuncia la trasversalità del principio di autorità quale trama riproduttiva e neutra dell'intero universo storico-sociale.
Al rivolgimento politico-sociale va sostituita un'azione che, prima di attaccare le strutture oggettive del potere, deve minarne i fondamenti etico-culturali. Si tratta di creare una orientazione nuova della mentalità, molto più efficace della costituzione fittizia di un nuovo assetto sociale.
E' da individuo a individuo che deve anzitutto propagarsi questa nozione: che è un crimine forzare qualcuno ad agire diversamente da come egli crede utile, o vantaggioso, o gradevole per la propria conservazione, per il proprio sviluppo e per la propria felicità. E' ciò anche perché ogni forzatura è sempre inutile e porta risultati opposti a quelli perseguiti. In conclusione, la trasformazione rivoluzionaria rimane priva di reale effettività, senza una preliminare educazione e iniziazione dell'ambiente ove essa dovrà svolgersi.   

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