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giovedì 18 settembre 2014

La distruzione dell’ordine presente delle cose

Intendiamo per autonomia proletaria contemporaneamente la realtà pratica, quotidiana di lotta anticapitalistica e antistatale della rivolta e della lotta di classe… la rottura di ogni legame col diritto e la morale borghesi. Autonomia proletaria non vuol dire nuovo gruppo rivoluzionario ma è… la distruzione dell’ordine delle cose. Essa si esprime nelle lotte di fabbrica per il salario contro la cogestione sindacale dello sfruttamento e della repressione capitalistica; si esprime nella lotta di liberazione delle masse femminili contro la violenza interna a questo sistema; nella lotta degli emarginati, delle minoranze contro la ghettizzazione… Rivendica e considera interni alla classe, espressione di bisogno del comunismo, gli atti di rivolta individuale, la ribellione contro il padrone, il prete, il sindacalista corrotto, il padre oppressivo, il preside autoritario o paternalista, il professore imbecille, come coscienza e rottura di un ordine e regole… 
Combattere contro la rassegnazione, l’indifferenza, il provincialismo culturale e morale, la subordinazione per destino prescritto, il perbenismo da salottino moderno, i miti televisivi, l’importazione di modelli estranei con vetrine di lusso, il folklore per i turisti, il patriarcalismo nelle famiglie, la tremenda oppressione femminile, la disgregazione e la disperazione giovanili, lottare e organizzarsi ogni giorno e ovunque. Lottiamo contro le falsità democratiche dei burocrati in poltrona girevole, contro la pazienza che ci insegnano sindaci, preti, professori e sindacalisti per nascondere le loro sporcizie e le villette in campagna o al mare, contro la mafia e il suo terrorismo, la sua omertà, i suoi guadagni,
Autonomia è dunque realtà, lotte, esigenze, programma. A noi sta convogliare e organizzare i mille momenti di lotta in un unico potente cuneo che separi in due quest’unico mondo e sotterri la borghesia.

(Tratto da: mo’ basta! aizamm’a capa, giornale dell’autonomia proletaria calabrese, ottobre 1976)

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