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giovedì 19 giugno 2014

La Settimana Rossa

Erano anni in cui si stava realizzando un cambiamento enorme e brutale. Un’Italia contadina e arretrata stava vivendo un’industrializzazione accelerata, con un clima sociale difficile e spesso denso di violenza: era tra i nuovi operai delle città che anarchici come Malatesta, socialisti come Pietro Nenni, sindacalisti delle Camere del Lavoro andavano a parlare di lavoro e diritti, educazione e rispetto. L'elemento che aveva cementato tale unione era l'odio contro il governo borghese e le sue istituzioni.
Nella penisola si era consolidato un blocco sociale formato da contadini, operai e ceto medio, di estrazione per lo più anarchica, socialista, sindacalista e repubblicana. Questa alleanza ideologica era tenuta assieme da un comune senso antimilitarista, dalla contrarietà all'impresa coloniale in Libia e dalla lotta contro le Compagnie di Disciplina dell’Esercito dove molti militanti, riconosciuti come rivoluzionari, venivano inviati a scopo rieducazionale.
In particolare due casi avevano colpito e commosso l'opinione pubblica: quello del soldato bolognese Masetti che all'inizio della guerra di Libia aveva sparato contro il proprio colonnello ed era stato rinchiuso come pazzo nel manicomio criminale a Imola;  quello del soldato milanese Antonio Moroni che per le sue idee anti-militariste era stato inviato in una Compagnia di Disciplina e qui aveva subito sevizie. I partiti popolari reclamavano per entrambi la immediata liberazione.
Il movimento anarchico fu l'anima della lotta, come lo era stato nella campagna antimilitarista per la liberazione di Augusto Masetti. Questa presenza era dovuta in larga parte al lavoro di chiarificazione e di organizzazione che, dalla fine del secolo precedente e a partire proprio dalla città di Ancona, aveva puntato a rinsaldare le relazioni fra gruppi e compagni, a raggrupparli attorno ad un programma comune e rivolto all'intervento nel movimento operaio, combattendo al tempo stesso le influenze borghesi che penetravano nel movimento. Questo lavoro aveva visto come protagonisti Pietro Gori, Luigi Fabbri, Luigi Bertoni, Errico Malatesta, per citare solo i più noti, e si era sviluppato attraverso periodici, come L'Agitazione, Il Pensiero, Volontà.
La Settimana Rossa fu un moto a carattere insurrezionale  che attraversò l'Italia nel giugno del 1914, alla vigilia del primo conflitto mondiale. Tutto ebbe inizio con le manifestazioni antimilitariste indette congiuntamente dalle forze dell'estrema sinistra (socialisti, repubblicani, anarchici, sindacalisti rivoluzionari) per domenica 7 giugno, festa dello Statuto, giorno caro all'Italia monarchica e liberale. Per sette giorni, dall'8 al 14 giugno del 1914, tutta l'Italia fu attraversata da un forte vento rivoluzionario.
La causa scatenante fu l'eccidio di tre giovani lavoratori avvenuto ad Ancona per l'intervento dei carabinieri contro i manifestanti: due repubblicani Antonio Casaccia di 24 anni e Nello Budini di 17 anni, che morirono all'ospedale, e l'anarchico Attilio Giambrignani, di 22 anni, morto sul colpo.  Episodi tragici di questo tipo erano accaduti sovente in quegli anni. Quello di Ancona fu la goccia che fece traboccare il vaso. In tutte le grandi città, dal Nord al Sud d'Italia, ci furono manifestazioni per strada e scontri violenti tra carabinieri e manifestanti con decine di morti, alcuni anche tra le forze dell'ordine. 

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