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giovedì 8 maggio 2014

Sullo schermo della televisione non c’è nessuna immagine

Sullo schermo non c’è nessuna immagine: quel che vediamo è solo lo scintillio fosforescente di migliaia puntini luminosi che si accendono e si spengono in rapidissima successione 35 volte al secondo dando vita alle ombre. È una totale illusione ottica, fatta di luce fittizia, di forme fittizie, di movimenti fittizi, che crea un mondo di spettri. L’accendersi e spegnersi di migliaia puntini luminosi, di cui noi non abbiamo coscienza per via della velocità estrema del movimento provoca un effetto di scintillazione simile a quello della luce al neon. Si era pensato che non avesse effetti su di noi, ma ne ha, e come!
Effetti psichici: prima fra tutti la trance ipnotica che sta alla base della sua attrazione, fa della TV una droga vera e propria.
Noi nella vita non smettiamo mai di pensare, lo facciamo automaticamente, è la nostra attività mentale. Ma quando guardiamo la TV, lei ci riempie di immagini, e non pensiamo più. Lei non ci dà il tempo di pensare, non ci dà il tempo per elaborare, interpretare quello che vediamo. È come ingurgitare continuamente senza masticare mai. La norma è una TV fatta si dice per rilassare, calmare, scaricare. In realtà oltre a questo ci inebetisce riempiendoci di immagini. È noi ci perdiamo dentro.
Mentre l’automobile ci ha cambiato il paesaggio del corpo, la TV ci ha cambiato il paesaggio della nostra mente. 
La nostra natura è ormai la TV, ed è una natura morta. E morte sono le mattine e le sere, morte le corte giornate d’inverno e le lunghe sere d’estate, morte le stagioni, morte ammazzate dai milioni di schermi che producono ombre, fantasmi di vite artificiali tutte costruite per scopi che ci sono alieni. Finzioni organizzate, in fondo, per farci consumare e produrre, produrre e consumare, senza altro orizzonte.
E cosa è successo, allo spettatore felice, in tutti questi anni di regno della TV?
È diventato più solo, meno vicino ai parenti, ai vicini di casa, agli amici. È diventato più ingordo, più avido, più insofferente, più insicuro. È diventato più mercenario e più menefreghista. È diventato più competitivo, più arrivista, più egoista. Più schiavo di miti di bellezza, ricchezza e giovinezza che lo schermo gli ha cacciato in testa: sottili digitali indistruttibili catene mentali.  

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