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giovedì 29 maggio 2014

Il Libero Amore di Èmile Armand

Non classifico i godimenti in utili o nocivi, in favorevoli o sfavorevoli. Utili sono quelli che mi fanno apprezzare ed amare di più la vita. Nocivi sono quelli che me la fanno odiare o disprezzare. Favorevoli sono per me i godimenti che fanno sì che io mi senta vivere più ampiamente; sfavorevoli quelli che contribuiscono a diminuire in me la sensazione della vita.
Sono queste le premesse perché possa esplicarsi interamente il concetto di libero amore, della massima libertà sessuale tra gli individui. Si parte dall’idea che la vita amorosa non può essere codificata entro norme prestabilite perché, anch’essa, non può che seguire l’incessante flusso vitale che spinge gli essere umani, di volta in volta, ad amarsi come a respingersi. L’unione libera tra individui consenzienti è certamente da preferire al matrimonio e, in generale, ad ogni legame sessuale vincolato. Secondo il punto di vista individualista, nemmeno l’amore può sottrarsi alla logica della libertà e della spontaneità, secondo cui il problema sessuale va considerato alla stregua di un qualunque capitolo della storia naturale. Gli individualisti rivendicano per ciascun individuo adulto e consenziente la facoltà piena e assoluta di scegliersi la tendenza amorosa che meglio può assecondare la propria natura, favorire il proprio sviluppo, corrispondere alle proprie aspirazioni. Questa concezione spinge per una vita sessuale a misura individuale, nel senso che l’infinita eterogeneità degli esseri umani dimostra la possibilità di stabilire una gamma vastissima di relazioni amorose rispondenti agli scopi più diversi. Perciò il libero amore comprende una varietà adattabile ai temperamenti amorosi od affettivi: costanti, volubili, teneri, appassionati (…) e riveste un numero infinito di forme varianti dalla monogamia pura e semplice alla pluralità simultanea: unioni passeggere o durevoli, multiple, poligeniche o poliandriche, unioni uniche o plurime ignoranti la coabitazione; affezioni preminenti basate su delle affinità d’ordine piuttosto sentimentale o intellettuale. Gli individualisti/e  concepiscono l’esperienza amorosa per puro egoismo, per trarne un godimento, un piacere sia fisico che sentimentale, per aumentare la loro felicità; perché essi la considerano come una delle manifestazioni più reali della loro gioia di vivere, una delle realizzazioni più immediatamente afferrabili della voluttà di vivere.

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