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venerdì 27 dicembre 2013

La distruzione della civilizzazione di WOLFI LANDSTREICHER

La distruzione della civilizzazione - quella rete di istituzioni, sistemi e strutture comprendente lo Stato, l'economia, la tecnologia, la religione, la famiglia e ogni forma di dominio e di controllo - e il rovesciamento dell'addomesticamento sono obiettivi rivoluzionari, linee guida verso un modo di vivere insurrezionale contro il presente. Non si tratta solo di negare l'esistente, c'è una visione positiva dietro tali negazioni. Si può esprimere il concetto con i  termini di  "wildness" (stato selvaggio). Ma lo stato selvaggio - specialmente come meta da raggiungere da parte degli individui in rivolta contro addomesticamento e civilizzazione - è una qualità incognita. Come anarchici riteniamo che non ci possano essere degli esperti in selvatichezza umana, nessun leader che ci possa condurre in quei luoghi. Lo stato selvaggio per molti di noi è un concetto, un'idea, che può certamente ispirare la rivolta; ma non ci sono indicazioni, linee da seguire, unicamente delle domande degli interrogativi, che questa idea solleva. La nostra analisi su tale questione dello stato selvaggio può, naturalmente, includere l'esame di ciò che sappiamo delle popolazioni non civilizzate e di come vivevano, ma questo è utile solo se abbiamo l'onestà, l'integrità di riconoscere che tutta questa conoscenza è comunque stata filtrata dalle lenti civilizzate di scienze come l'antropologia, l'archeologia, la paleontologia. Dobbiamo evitare l'illusione di poter imitare o "ritornare" ai modi di vita di quegli individui, sarebbe l'imitazione di un'immagine statica così come viene presentata dal nostro punto di vista civilizzato, piuttosto che il rivivere la dinamica dei rapporti reali tra la natura e la loro società. La cosa più importante da apprendere dall'esame degli studi antropologici dei popoli non-civilizzati è che costoro in ogni caso sono stati capaci di vivere, e vivere bene, in una varietà di modi diversi senza tutti i presunti vantaggi forniti dall'insieme dei sistemi sociali e tecnologici compresi in ciò che noi chiamiamo civilizzazione. Troppo spesso la retorica degli anarchici anticivilizzazione è farcita di ascetismo e di una morale del sacrificio, la rivolta contro la civilizzazione deve essere precisamente una rivolta contro l'ascetismo imposto dalle istituzioni della civilizzazione, una rivolta contro l'incanalamento del desiderio nella produzione, nel consumo e nella riproduzione sociale. Occorre esplorare che cosa possa significare "diventare selvaggi" come pratica insurrezionale nel presente.
L'apparente mancanza di una natura specificamente umana è ciò che ha permesso agli esseri umani di essere addomesticati, di diventare degli esseri civilizzati, ma apre anche la possibilità di rivolta contro tale condizione,una rivolta che potrebbe distruggere questa condizione e trasformarci in qualcosa di nuovo - poiché le esperienze che abbiamo avuto come esseri civilizzati non spariranno semplicemente, ma influiranno su ciò che diventiamo. Perciò uno "stato selvaggio" post-civilizzazione non potrebbe essere un ritorno ad una condizione precivilizzata, ma un'esplorazione di nuovi modi di relazione con il mondo attorno a noi, libero dai limiti imposti dalle istituzioni comprese nella civilizzazione. Il suo pieno significato sarebbe compreso solo nel momento della sua creazione e cambierebbe di momento in momento attraverso i processi di interazione che determineranno il percorso di creazione. Lo stato selvaggio (wildness) non è la risposta all'insorgenza contro la totalità della civilizzazione, non è la soluzione definitiva alla quale un giorno arriveremo, ma piuttosto una questione, una tensione con cui lottare ogni giorno. La pratica dello stato selvaggio deve essere una sperimentazione perpetua che incorpora la creazione volontaria di ogni momento della propria vita e il rifiuto volontario, attraverso l'azione distruttiva, del dominio in ogni sua forma - e cioè dell'addomesticamento e della civilizzazione come la conosciamo noi. Tale sperimentazione ci trasformerà e trasformerà i nostri modi di interagire con il mondo.

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