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giovedì 18 luglio 2013

Non voleva lavarsi

Il decreto formale per l’internamento in manicomio di Carlo Cafiero venne emesso dal Tribunale di Firenze il 13 febbraio 1883. Il 7 marzo 1883 il Tribunale di Firenze dispone la definitiva associazione di Cafiero al Regio Manicomio di Bonifazio; sia l’autorità sanitaria che quella giudiziaria sono orientate contro l’eventualità di una liberazione, sia pure condizionata alla custodia domestica.
Dai documenti che accompagnano i ricoveri vari del povero Cafiero, allora, si ricava una serie di elementi che vanno a costituire il suo paradigma psichiatrico.  
Alcuni esempi di questi elementi – ascrivibili al versante medico-igienico: 
Cafiero non voleva più lavarsi 
Si denudava (si tagliava addosso i vestiti, anche) 
Si alimentava di soli liquidi, o pesce, o cioccolata 
Parlava da solo (anche in francese, o in tedesco) 
Fumava molto 
Diceva di ricevere benefici influssi dai pavimenti 
Era ipocondriaco 
Rideva in modo strano (come un grido di pavone) 
A volte era aggressivo con i medici (ma raramente) 
Si tagliava più peli che poteva (e diceva che aspettava la crescita delle penne, per volare) 
Almeno in un caso si è dato all’iconofagia (mangiando fotografie di persone care, per purificarsi) 
Poi, (per la sezione meno tradizionalmente medicalizzata del paradigma): 
Era darwinista e, al contempo, creazionista: materia e forza sono eterne, uomo, bestie e piante si possono trasformare ma sono creati ab eterno 
Sostiene che l’ultima fase dell’evoluzione sarà la spiritualizzazione della materia 
Quindi, è teleologista 
Vorrebbe unire i socialisti con i gesuiti 
Parla dell’occhio della mente 
Firma apponendo una croce cristiana dopo il proprio nome 
Credeva in una sorta di simbolismo cromatico 
Invia “telegrammi” gestuali (comunicazione telepatica) 
Ipotizza l’esistenza di una macchina duplicatrice 
Sogna di fare il marinaio nella Marina Inglese 
E, a quanto pare, per un anno intero non ha “consumato” il matrimonio. 

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