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giovedì 30 maggio 2013

CONTRO LA SOCIETA’ DI MASSA

La maggioranza degli anarchici e dei rivoluzionari dedica una parte significativa del proprio tempo a studiare piani e meccanismi di produzione, distribuzione, assegnazione e comunicazione fra un gran numero di persone, in altre parole, il funzionamento di una società complessa. Tuttavia, non tutti gli anarchici accettano la premessa del coordinamento e dell’interdipendenza a livello sociale, politico ed economico globale (o persino regionale), o l’organizzazione necessaria alla sua amministrazione. Rifiutiamo la società di massa per motivi pratici e filosofici. Innanzi tutto, rifiutiamo la rappresentanza intrinseca e necessaria al funzionamento di situazioni che esulano dal campo dell’esperienza diretta (modi di vivere completamente decentrati). Non vogliamo gestire la società, né organizzare una società diversa, vogliamo un quadro di riferimento completamente differente. Vogliamo un mondo in cui ciascun gruppo sia autonomo e decida come vivere in base ai propri principi, in cui tutte le iterazioni si basino sull’affinità, siano libere, aperte e non coercitive. Vogliamo una vita da vivere, non una vita da gestire.
La società di massa cozza brutalmente non solo con l’autonomia e con l’individuo, ma anche con la terra. È semplicemente insostenibile proseguire con la società di massa (in termini di sistemi di estrazione di risorse, trasporto e comunicazione necessari per qualsiasi sistema economico globale) o prevedere piani alternativi per una società di massa. Anche in questo caso, un decentramento radicale sembra indispensabile per permettere l’autonomia e metodi di sussistenza non gerarchici e sostenibili. (Green Anarchy)

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