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giovedì 16 maggio 2013

BESTIARIO


Parlare di animali, di tutte le inutili crudeltà di stampo nazista alle quali vengono sottoposti, del loro essere relegati a merce, delle loro sofferenze, NON è un allontanarsi dagli “obiettivi principali” della nostra lotta, perché fa tutto parte dello stesso gioco: oppressione e sterminio di uomini e animali. Non vederlo vuol dire essere ciechi. Per cui né pietismo né un indefinito senso di altruismo di tipo damine di San Vincenzo, ma considerazione di questo problema come logica conseguenza della comprensione dei meccanismi repressivi del potere. È tipico del potere relegare a merce / fonte di profitto tutto ciò che esiste, usando assassinio e sterminio di massa se è necessario. Così la vivisezione è “necessaria”, assolutamente insostituibile: troppi interessi clientelari del baronato medico, troppa urgenza di dimostrare la superiorità dell’uomo sugli animali, troppo sadismo da sfogare per farla cessare. Se qualcuno si sente tranquillo al pensiero che tanto sono animali, pensi un attimo agli esperimenti su cavie umane del nazismo, alla lobotomia praticata in USA e URSS, alla tortura istituzionalizzata, alla sperimentazione di “nuovi farmaci” fatta IN QUASI TUTTE LE CARCERI D’ITALIA SENZA CHE I DETENUTI LO SAPPIANO. No, cari tranquilli benpensanti, il potere non fa tutte quelle distinzioni “etiche” tra uomini e animali.
Vengono sterminati migliaia di animali per farne pellicce, cosmetici,profumi, LACCHE PER CAPELLI. Tutte merci (pellicce escluse, presumo …) che poi anche NOI usiamo tranquillamente identificandoci così, anche solo per un attimo, col potere: sappiamo che se la gente smettesse di acquistare determinati prodotti la lotta avrebbe qualche risultato, ma continuiamo ad usarli. (Lacca all’olio di visone per avere capelli ben dritti, per essere più punk). Contro tutte queste cose si può e si deve agire, per esempio con un lavoro di volantinaggio / attacchinaggio davanti alle pelliccerie, ai giardini zoologici, alle facoltà universitarie di biologia e veterinaria o in qualunque altro posto, per sensibilizzare la gente, per instillare sensi di colpa a tutti quei merdosi / e che se ne passeggiano la domenica per le vie del centro con la pelliccia sulle spalle e il cagnolino al guinzaglio. È necessario un collegamento tra le persone che vogliono lottare anche contro questo aspetto della repressione del potere.
(Tratto da YETI n° 1283 Torino 1983)  

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