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giovedì 22 novembre 2012

Scolarizzazione e mito sociale

L’istituzione scolastica al giorno d’oggi rappresenta una nuova religione inattaccabile e universalizzata, capace di preparare l'individuo a un consumo disciplinato, diventando così il maggior datore di lavoro della nostra società. Oggi la maggior parte degli uomini sono utilizzati nella produzione di richieste che possano essere soddisfatte da un'industria a forte intensità di capitale. La maggior parte di questa operazione si realizza all’interno del perimetro scolastico durante la scolarizzazione obbligatoria. La scolarizzazione serve efficacemente a creare/diffondere/difendere il mito sociale dato, essa é il rituale di fabbricazione del mito, un rituale su cui la società contemporanea costruisce se stessa. Ne deriva una società che crede nella conoscenza, nel confezionamento della conoscenza che crede nell'invecchiamento della conoscenza e nella necessita di aggiungere conoscenza alla conoscenza.
La conoscenza non come bene, ma come valore quindi concepita in termini commerciali: conoscenza come merce.
Gli ultimi 50 anni di scolarizzazione obbligatoria hanno creato nel mondo occidentale accaniti consumatori di merce e televisione.
E' stato dimostrato che non c'è nessuna connessione tra le materie che gli individui hanno studiato a scuola e l'efficienza degli stessi nei lavori che richiedono una preparazione in quelle materie.
La scolarizzazione è un investimento di capitale della società della merce che ha come fine il controllo sociale, la stratificazione e la creazione di una società di classe suddivisa in livelli.
Le scuole finiscono inevitabilmente a produrre un gran numero di emarginati, un numero limitato di successi e una netta preponderanza di fallimenti. Una sorta di lotteria dove quelli che non ce la fanno perdono non soltanto quello per cui hanno pagato, ma rimangono segnati per il resto della loro vita come individui inferiori.   

2 commenti:

  1. quindi... quando penso alla mia vita scolastica, quando guardo i miei figli e tutti gli altri costretti in quelle gabbie fisiche mentali che compongono la scuola, costretti a seguire sentieri obbligati, apparentemente diversi e liberi, ma nella loro struttura ed essenza chiusi costantemente dall'interesse e dalle logiche del potere quale che sia in quel luogo e in quel tempo, sento che occorrerebbe non dare tutto per scontato, allora penso a Illich, Tolstoi, Godwin, Ferrer, Bernardi, don Milani e altri ancora e penso che abbiamo già perso molto tempo, e occorrerebbe immaginare con più forza e passione luoghi liberati...

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