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giovedì 1 novembre 2012

LA NOTTE DEI MORTI VIVENTI di George A. Romero


Barbra e suo fratello Johnny sono in un cimitero di campagna per rendere omaggio alla tomba del padre. Un uomo lentamente si avvicina e aggredisce la ragazza senza motivo. Johnny interviene, ma ha la peggio e muore. Barbra scappa e si ripara terrorizzata in una casa. Intanto altre strane figure sopraggiungono e circondano l’abitazione: sembrano in stato di trance e non emettono che soffusi lamenti. In casa si è rifugiato anche un giovane di colore, Ben, che sbarra tutte le porte e respinge un primo attacco degli aggressori. Poco dopo si scopre che nascosti in cantina sono sfuggiti al pericolo anche una giovane coppia di fidanzati, Tom e Judy, e un uomo di nome Harry Cooper con la moglie Helen e la figlia Karen. Grazie alle notizie diffuse dalla radio e dalla televisione, il gruppo scopre che gli aggressori non sono altro che morti tornati in vita, forse a causa delle radiazioni di una sonda proveniente da Venere. La televisione annuncia che per annientare i morti viventi occorre colpirli alla testa e poi bruciarli. La tensione e la mancanza di solidarietà fa si che uno ad uno muoiono tutti, meno il ragazzo di colore. Ben unico sopravvissuto, si barrica in cantina e si addormenta. Al mattino le squadre guidate dallo sceriffo McClelland arrivano fino alla casa sterminando tutti i morti viventi che incontrano. Ben sente i rumori e si affaccia alla finestra, ma viene scambiato per uno zombie e ucciso da un colpo di fucile alla testa.
Il film di Romero si propone come prodotto cinematografico originale e radicale. La dialettica tra l’interno (gli assediati) e l’esterno (gli zombie), si rivela più apparente che virtuale. Tra i vivi che stanno per morire e i morti viventi non c’è opposizione ma specularità. Il gruppo di uomini non si allea per respingere il pericolo, ma ripropone al suo interno una serie di conflitti sociali che si rivelano letali.
Sin da quando uscì nelle sale, critici e storici cinematografici videro ne La notte dei morti viventi un film sovversivo che opera una critica contro la società statunitense degli anni sessanta.
 E' un'opera che ha generato un’immane quantità d’interpretazioni sociologiche, nonostante Romero abbia sempre affermato che niente di tutto questo fosse minimamente voluto. È altresì indubbio che la pellicola abbia risentito del cambiamento culturale del tempo. Si può quindi leggere tra i fotogrammi una critica alla guerra, all’individualismo capitalista, alla libera diffusione delle armi, al razzismo e all’inutilità dello Stato.
La certezza della sacralità della famiglia Americana, si sgretola completamente alla vista di una figlia che uccide e divora i propri genitori; le incomprensioni tra Ben, l’unico personaggio di colore nel film, e gli altri componenti del gruppo, fanno capire che l’integrazione razziale è ancora ben lontana dal divenire una realtà; la legge e l’ordine vengono ben rappresentati da gruppi volontari decisi a farsi giustizia da soli; lo spettro della guerra del Vietnam rivive tra le bande armate che pattugliano i campi e sparano e bruciano tutto ciò che si para davanti al loro cammino.
La notte dei morti viventi è un immensa radicale critica della ragione viva e vegeta. I morti sembrano più che infastiditi dal fatto di essere scimmiottati  dai vivi, il cui ideale è diventato, con l’aumentare del benessere, uno stato di pura carcassa svuotata di senso e volontà, riempita di nevrotica propensione al consumo totale.




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