Translate

giovedì 4 ottobre 2012

L’ANGELO STERMINATORE di Luis Bunuel


Una ventina di persone che si sono riunite nella villa del ricco borghese Nobile, dopo la cena non riescono, a causa di una forza misteriosa, a uscire dal salone in cui si trovano. Il tempo passa, e la situazione diventa intollerabile. Pur cercando di conservare il decoro del loro rango sociale, tutti i presenti si rivelano meschini e ipocriti, perdendo la superficiale convenzionalità. Riusciti finalmente a liberarsi dall’incantesimo, si ritrovano in chiesa per un Te Deum di ringraziamento, ma la situazione di impossibilità di uscire si ripete. Il film inizia mostrandoci per due volte consecutive l’ingresso dei personaggi nella villa: uguali sono i loro gesti, uguali le parole di convenienza che si scambiano. La ripetizione rituale è lo strumento che la borghesia utilizza per esorcizzare la propria fine; essa cerca di sopravvivere e di far sopravvivere i propri valori ripetendo formule sempre uguali, fingendo che il tempo non passi e che il mondo non muti. Dopo aver passato vari giorni nella stanza, gli ospiti “prigionieri” si degradano fino a uno stadio animalesco, sembrano tutti cadaveri che si illudono di vivere e di perpetuare il proprio potere mantenendo in vita i pregiudizi, le superstizioni, il moralismo, le consolazioni mistificanti dell’ideologia conservatrice. Persa ormai ogni vitalità, la borghesia continua ad esercitare il suo dominio tramite un apparato (chiesa, esercito, polizia, scuola, amministrazione) che ha la sua ragion d’essere in leggi, regolamenti, dogmi, divieti, tabù, riti. La società è dunque ordinata secondo schemi liturgici, ed in forza di essi viene regolata la sopraffazione dell’uomo sull’uomo.


In Spagna (dove il film è ambientato) come in Italia, si è coltivato e si continua a coltivare il sentimento della colpa, del peccato. Il peccato e la sua espiazione: bisogna pagare, rassegnarsi, essere caritatevoli. Luis Bunuel non accetta una morale di questo tipo, e vuole costruirne un’altra di cui gli importano poco i limiti, ma che riposa fondamentalmente su un ritorno alla natura. L’uomo deve agire secondo i suoi istinti vitali, e soprattutto deve soddisfare i suoi desideri primari. Il mondo di Bunuel è innanzitutto quello dei desideri sessuali che bisogna appagare, la lotta per la sussistenza: mangiare, respirare, amare, sempre, sempre in presenza della morte.




Nessun commento:

Posta un commento