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giovedì 2 agosto 2012

IL RIVOLUZIONARIO di Paul Williams


Un giovane studente di filosofia, chiamato "A" dai compagni, abbandona la famiglia agiata e va a vivere in una stamberga in compagna di una ragazza. La lettura di opere rivoluzionarie cui si dedica cambiano il suo modo di vedere la vita, rifiuta la propria provenienza sociale, la classe borghese da cui si sente affetto alla stessa stregua di una malattia. Nelle discussioni politiche all’interno del movimento alle quali prende parte non soddisfano la sua confusa brama di redenzione dal borghesismo di cui si sente intriso e senza avere la possibilità di realizzare il desiderio di rivolta che cova in sé.  "A" passa così dal comitato studentesco di cui è membro a una cellula di operai che si avvalgono di lui con diffidenza, incaricandolo di distribuire opuscoli di propaganda marxista. I suoi atteggiamenti contestatari e radicali lo fanno espellere dall'università e lo inducono a rientrare nella propria famiglia appena in tempo per ricevere la cartolina precetto. In caserma non rimane però a lungo poiché, quando viene a sapere che il suo reparto dovrà condurre un'azione repressiva nei confronti di un quartiere proletario in agitazione, diserta, rifugiandosi presso un'amica. Incontrato uno strano tipo di anarchico effettua con questi il saccheggio di un banco dei pegni e quindi compie un attentato contro il giudice che ha pronunciato una sentenza di condanna nei confronti di operai che hanno scioperato. 
Finale di indubbia efficacia scenica con il fermo immagine che fissa indelebilmente l'immagine del protagonista che sta gettando una bomba contro il giudice che ha emesso una sentenza sfavorevole contro operai che hanno osato scioperare.
Il regista Paul Williams ricostruisce il percorso di maturazione politico-sociale di uno studente di un college americano (John Voight) a cavallo degli anni sessanta e settanta, dall’attività politica alla scelta del terrorismo. Studio serio ed approfondito di un carattere e di un periodo tra i più intensi e gravidi di sviluppi della società americana sceneggiato da Hans Konigsberger. Stile rigoroso, taglio non banale, recitazione accurata, anche se il regista privilegia un approccio solo esistenziale ai temi della lotta e della rivolta degli studenti. 
Una scommessa vinta invece la scelta di Jon Voight come protagonista, il reduce dal ruolo di superficiale torello da monta in Un uomo da marciapiede si dimostra interprete ricco di sensibilità e capace di inedite sfumature. E'lui l'arma vincente del film.




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