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giovedì 28 giugno 2012

E' SOLO QUESTIONE DI TEMPO


Il capitalismo che conoscevamo sta cadendo a pezzi. Ma mentre le istituzioni finanziarie barcollano e si sgretolano, non abbiamo ancora immaginato alcuna alternativa. La resistenza organizzata sembra dispersa e incoerente. I movimenti antagonisti e di resistenza sono in una fase di stallo e talora di involuzione, se non con alcune eccezioni. Ci sono buone ragioni per credere che, nel giro di una generazione, il capitalismo non esisterà più: per la semplice ragione che (come molti hanno spiegato) è impossibile mantenere acceso un motore in perpetua crescita in un sistema/pianeta dalle risorse limitate.
Eppure di fronte a questa prospettiva, la reazione spontanea, anche dei progressisti e di molti apparenti anticapitalisti, è spesso di paura, di accettazione dell’esistente perchè semplicemente, non si ha la capacità, la forza di immaginare un’alternativa che non sia ancora più oppressiva. 
Com’è possibile? E’ normale per gli uomini essere incapaci di immaginare un mondo migliore?
La disperazione non è naturale. Se davvero vogliamo capire la situazione dobbiamo innanzi tutto comprendere come, negli ultimi trenta anni sia stata messa in opera la costruzione di un vasto apparato burocratico volto al mantenimento della disperazione: una sorta di gigantesco meccanismo ideato in primo luogo per distruggere ogni percezione di future prospettive alternative. Una raffinata strategia atta a sottrarre la gioia e la felicità dalla vita.
I Governi del mondo vogliono assicurasi che gli essere umani non possano percepire la possibilità di alternative, I movimenti che di volta in volta nascono e si contrappongono vengono sistematicamente inquinati da un clima di paura pervasiva perchè non giungano a percepire di poter crescere, perchè non si possano intravvedere altri mondi possibili. perchè non si diffonda l’idea che coloro che sfidano i sistemi possano vincere. Per questo i sistemi di potere hanno realizzato e quindi "deificato" grandi apparati militari, polizieschi di intelligence militare e civile, meccanismi di propaganda  di alta raffinatezza.

Nonostante tutto noi sappiamo che siamo alla vigilia di una nuova rinascita dell’immaginazione popolare. E’ solo questione di tempo. La maggior parte degli elementi ci sono già. Occorre  superare il groviglio di confuse  percezioni indotte da decenni di propaganda del terrore.
Se solo saremo determinati nel volerlo, presto sapremo comunque vederci chiaro

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