Translate

giovedì 31 maggio 2012

Smascherare l’organizzazione delle apparenze


La critica radicale è il movimento stesso in cui gli umani lottano contro il dominio del fittizio, smascherando l’organizzazione delle apparenze. Da quando il fittizio e la sua avvelenata promessa si insinuano in ogni esistenza, svuotandola di ogni senso vivo e presente, vengono a cozzare contro il furore crescente di una fame di veri e di senso, che parte dal corpo stesso della specie. A mano a mano che in ogni forma dell’esistente si realizza un momento del valore autonomizzato, a mano a mano che l’antropomorfosi del capitale mette in scena un’umanità di automi, insorge a combatterla ciò che le è irriducibilmente alieno. La lotta in processo è innanzi tutto smascheramento e denuncia del falso, rottura violenta degli schemi frapposti tra il fine reale della rivoluzione e il furore degli oppressi deviati in falsi scopi. Al punto estremo di contraddizione tra capitale e vivente, il fine reale della rivoluzione non può essere che la distruzione del capitale e la realizzazione della specie umana quale comunità vivente in un rapporto di coerenza organica coll’universo naturale. Il dominio del capitale su una collettività sotto-umana e su un pianeta avvelenato, sempre più si rivela come l’ultimo ostacolo che separa l’auto-genesi creativa della comunità-specie dal suo mondo latente.  È quanto la critica radicale, attaccando ogni forma di rappresentazione fittizia, indica nel suo muoversi. Perciò da sempre esso suscita l’odio infallibile dei gestori della finzione. Ogni sorta di amministratori fraudolenti di crisi parcellari, di politiche alternative, di battaglie immaginarie, trova in essa il nemico irriducibile. Essi provano a combatterla con i mezzi che sono loro congeniali: la calunnia, la deformazione della storia, sino al ripudio di quanto, nel passato, la loro cultura indica come anticipazione dello stesso movimento.

Nessun commento:

Posta un commento