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giovedì 17 maggio 2012

IL PROGETTO FINALE DELLA SCIENZA

Il progetto finale della scienza è ormai, in modo non più occulto il dominio totale dell’oggetto sul soggetto, della macchina sull’uomo, del non-essere, spacciato come dover-essere, sull’essere. Per poter realizzare questo suo compito, la macchina della scienza deve operare in modo da deviare in un primo tempo ogni conoscenza verso un’applicazione parziale della realtà sussumendola alla sua parcellizzazione, e occultare in un secondo tempo la realtà stessa, quando essa tende troppo esplicitamente verso il pensiero.
Mistificazione e occultamento sono i metodi con cui la tecnocrazia devia, inibendoli, i bisogni reali dalla realtà, fa della realtà la riserva di caccia dei suoi esperimenti di laboratorio, dell’umanità un frammento della realtà frantumata, e della totalità organizzata la macchina inconsapevole che lavora alla propria autodistruzione. Scienze della produzione e scienze della natura, scienze dei mezzi e dei fini, sotto la direzione dell’economia, organizzano il grande spettacolo della conquista del tutto: il regno delle macchine come regno della libertà, l’ibernazione come conquista dell’eternità. L’attività alienata della scienza si presenta anche come il MITO dell’attività alienata.
Ma la separazione totale dell’individuo da sé, la sua reificazione completa, non sarebbe possibile se non articolando la separazione attraverso tutta la scala delle specializzazioni, per cui tutti i livelli dello spettacolo si compensano con un minimo d’attività: il minimo necessario per credere.
Il mitico rispetto scientifico dei popoli per il dato che essi stessi producono continuamente finisce per diventare, a sua volta, un dato di fatto, la roccaforte di fronte a cui anche la fantasia rivoluzionaria si vergogna di sé come utopismo e degenera in passiva fiducia nella tendenza oggettiva della storia.  

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