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giovedì 12 gennaio 2012

INDUSTRIALISMO

Una componente fondamentale della struttura tecno-capitalistica moderna è l'industrialismo, il sistema di produzione meccanizzato fondato sul potere accentrato e sullo sfruttamento delle persone e della natura. L'industrialismo non può esistere senza genocidio, ecocidio e colonialismo. Al fine di preservarlo, la coercizione, la requisizione di terreni, il lavoro forzato, l'annientamento culturale, l'assimilazione, la devastazione ecologica e il commercio globale sono accettati come interventi necessari e persino benefici. L'uniformazione della vita operata dall'industrialismo oggettiva la vita stessa e la trasforma in merce, in quanto considera tutte le forme di vita come una risorsa potenziale. La critica dell'industrialismo è un'estensione naturale della critica anarchica dello Stato, perché l'industrialismo è intrinsecamente autoritario. Per preservare una società industriale, è necessario conquistare e colonizzare territori al fine di acquisire risorse (in genere) non rinnovabili per alimentare e ingrassare le macchine. Questo colonialismo è razionalizzato dal razzismo, dal sessismo e dallo sciovinismo culturale. Nel processo di acquisizione delle risorse, intere popolazioni devono  essere costrette a lasciare la propria terra. Per convincere le persone a lavorare nelle fabbriche che producono macchine, è necessario schiavizzarle, renderle dipendenti e in vari modi sottomesse al sistema industriale distruttivo, tossico e degradante. L'industrialismo non può esistere senza un fortissimo accentramento e un'enorme specializzazione: il dominio di classe è uno strumento del sistema industriale che nega agli individui l'accesso alle risorse e alla conoscenza, rendendoli impotenti e facili da sfruttare. Per perpetuare la sua esistenza, l'industrialismo esige inoltre la spedizione di risorse da ogni punto del globo, e questo globalismo mina le basi dell'autonomia locale e dell'autosufficienza. L'industrialismo si fonda su una visione meccanicistica del mondo, la stessa visione del mondo che ha giustificato la schiavitù, gli stermini e la sottomissione delle donne. Dovrebbe essere ovvio a tutti che l'industrialismo non solo opprime gli esseri umani, ma è anche fondamentalmente distruttivo a livello ecologico.

1 commento:

  1. Questo articolo è meraviglioso, e vi faccio i complimenti, non condivido una sola cosa, la sottomissione delle donne,è stato proprio l'uomo quello che ha pagato il prezzo più alto dell'industrialismo,facendo lavori massacranti, arrivando a lavorare anche 14_15 ore al giorno, per salari miseri senza nessuna tutela per poi magari morire giovane di stenti,c'è da riflettere poi proprio come il femminismo sia andato a braccetto e sia stato promosso proprio dalla società industriale avanzata, quanto gli sia stato funzionale .
    Il Capitalismo assoluto ha infatti avuto necessità di annichilire proprio il paterno, che costituiva il perno del nucleo famigliare il quale forgiava una società solida, e non liquida come quella odierna, fatta di individui soli che sublimano col consumo compulsivo,la mancanza di riferimenti affettivi e sociali,l'industrialismo odierno avanzato, sta infatti facendo emergere una nuova Questione Maschile, a tal proposito vi segnalo, il lavoro di Armando Ermini che si trova in rete, in formato pdf, o i vari siti che trattano la questione, tipo Uomini Beta - Questione maschile - Maschi Selvatici.
    Vi faccio ancora i miei complimenti, per l'articolo, continuerò a seguirvi a leggervi. Ciao

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