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giovedì 27 ottobre 2011

IL MORBO

" Rivoluzionari anarchici, diciamolo ad alta voce: noi non abbiamo speranza al di fuori del diluvio umano; non abbiano avvenire che nel caos; non abbiamo altra risorsa al di fuori di una guerra generale che, mescolando tutte le razze e spezzando tutti i rapporti costituiti, strapperà dalle mani delle classi dominanti gli strumenti di oppressione con i quali esse violano le libertà acquisite a prezzo di sangue. Instauriamo la rivoluzione nei fatti, trasformiamola nelle istituzioni; che sia inoculata con la spada nell'organismo della società, affinché non possa più esserne sradicata. Che la marea umana salga e travolga! Quando tutti i diseredati saranno morsi dalla fame, la proprietà non sarà più cosa santa; nel fracasso delle armi, il ferro risuonerà più forte dell'oro; quando ciascuno combatterà per la propria causa, nessuno avrà più bisogno di essere rappresentato." (E. Coeurderoy-1825/1862)


La Rivoluzione Sociale non significa un cambiamento al vertice del potere politico ma é la distruzione dell'ordine presente delle cose. Instaurare un nuovo cielo e una nuova terra, cambiando da cima a fondo l'esistente; conciliare senza residui il bene della totalità con quello di ogni singolo, estirpando così alla radice l'antitesi tra essere e dover essere, utilità e moralità, piacere e dovere.
Noi intendiamo la rivoluzione come un virus, un rivolgimento radicale, come la sostituzione di tutte le forme senza eccezione della vita contemporanea ( carcere, scuole, ospedali, fabbriche, birrerie, case, chiese, monumenti, luna park, città, nazioni etc...) con altre nuove, completamente opposte. Se tutte le forme esistenti sono sbagliate, le forme di vita assolutamente nuove possono sorgere soltanto dopo la distruzione totale dello stato di cose esistente.
Bisogna distruggere il dominio dell'uomo sull'uomo, dei morti sui vivi, della materia sullo spirito.
Bisogna distruggere l'autorità dei potenti, della legge, della proprietà.
Bisogna distruggere l'illusione che fa l'uomo soggetto alla propria opera.
Bisogna distruggere questo delirante ordine di cose, che é tenuto insieme da violenza, menzogna, apprensione, ipocrisia, bisogno, disperazione, sofferenza, lacrime, inganno e delitto.
Bisogna distruggere tutto ciò che si oppone all'amore.
Perché in caso contrario: se si preserverà qualche vecchia forma, non fosse che una sola: si salverà il germe delle forme precedenti a cui sarà possibile, in futuro, crescere rigogliosamente.
Quindi il mutamento diverrebbe solo apparente e temporaneo.
La distruzione non può essere parziale, un solo popolo non la può fare; essa può cominciare in un solo paese, ma deve essere portata a compimento da tutti insieme.
Distruggere in un sol colpo e senza discriminazione tutto ciò che esiste, con l'unico avvertimento di farlo al più presto e il
più possibile . La distruzione comprende noi stessi impossibilitati a ricostruire perché contaminati dal germe del capitale, dalle comodità, dalle abitudini, dalla televisione, dall'automobile, dal denaro etc...
La ricostruzione semmai ci sarà, spetterà alle individualità nate negli anni del rinnovamento.


Il cervello sano e incorrotto dei giovani deve capire che è molto più umano scannare e strozzare decine o tutt'al più, centinaia di persone odiose piuttosto che partecipare con costoro allo assassinio, al supplizio e alla tortura sistematica e legale di milioni di contadini, come vi partecipano in modo più o meno diretto i nostri funzionari, i nostri scienziati, i nostri preti, i nostri mercanti, insomma tutti i membri dei ceti che opprimono tutti quelli che vi appartengono!... Tutte le menti giovani e sane devono dedicarsi immediatamente alla sacra causa dello sterminio del male, della purificazione e del rischiaramento della terra col ferro e col fuoco, unendosi fraternamente a quelli che franno lo stesso nel mondo"
(Bakunin I principi della rivoluzione 1869)


(Archivio Bodo's Project 1984)

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