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giovedì 22 settembre 2011

IF… di Lindsay Anderson



Realizzato nel corso del rovente 1968, traccia un apologo inquietante della contestazione studentesca, e in generale giovanile. Nella prima parte del film di tale contestazione cerca infatti di suffragare le ragioni e le spinte, eleggendo a dimensioni simboliche la rappresentazione estremamente realistica dei sistemi di un college e public school (che come si sa, sono scuole private e assai costose, accessibili ai rampolli della classe dirigente), tipo Eton, dietro la cui facciata perbenistica “l’allevamento”di una futura classe dirigente si svolge nei modi più mortificanti e anche violenti: non solo con la repressione totale dell’individuo, in ossequio agli ideali tradizionali, ma persino con punizioni corporali quali la frusta e le docce fredde.
La seconda parte, realistica solo in apparenza ma sostanzialmente visionaria secondo il “se” del titolo ci mostra il conflitto per molti versi insanabile tra adulti e ragazzi simbologia un po’ didascalica ma corretta dei grandi stravolgimenti generazionali in corso.
 Il giorno della consegna dei diplomi e dei premi, i ribelli stanchi delle angherie subite, muniti di armi automatiche si sono installati sul tetto, mentre un generale sta parlando alla presenza dei superiori, insegnanti, guardiani, prelati, generali, (autorità di ogni tipo in rappresentanza totale della società che li opprime e li vorrebbe fagocitare), nell’atrio si comincia a vedere del fumo. Tutti i presenti, in preda al panico, si riversano nel cortile del college, dove sono accolti da una pioggia di pallottole. 
Diviso in otto capitoli, tra bianco e nero e colore, pieno di cartelli, di scritte e immagini simboliche, sadico autoritarismo e ribellismo anarchico per lo scardinamento di ogni istituzione, Lindsay Anderson Palma d’oro al Festival di Cannes, lascia i suoi protagonisti in balia del proprio furore “la violenza e la rivoluzione sono i soli atti puri”. È stato come riprendere secoli di storia e ribaltarli nel crogiuolo del tempo e ritrovare la freschezza di una ribellione cinematograficamente fissata in termini cronologici ma con una validità permanente, al di fuori del tempo.
Niente dopo IF è stato più lo stesso.  

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