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mercoledì 14 settembre 2011

BUENAVENTURA DURRUTI parte terza


Dal 22 al 25 luglio, Barcellona conosce un immenso caos, ma un caos che funziona. Nei centri metalmeccanici, rapidamente rimessi in funzione, ci si occupa principalmente di blindare i camion. Le compagnie di trasporti marittimi e ferroviari sono collettivizzate. I comitati di quartiere formano un comitato di coordinamento che controlla tutto l'agglomerato urbano.
Fra gli operai barcellonesi l'annuncio della formazione di colonne di volontari suscita un grande entusiasmo. Il 24 luglio la colonna Durruti lascia Barcellona alla volta dell'Aragona. Bloccata da un attacco aereo sceglie come quartiere generale il borgo di Bujaraloz, mentre la CNT e la FAI costituiscono altre colonne la colonna Roja y Negra e la colonna Ascaso così come altrettanto fanno i partiti marxisti. Purtroppo questi rinforzi tardano ad arrivare sul fronte. Tuttavia la colonna si impossessa di Los Calabazares, a 14 Km da Saragozza, proprio mentre i fascisti possono già disporre dell'appoggio dell'aviaziona italiana e tedesca. Il fronte si stabilizza. In agosto le colonne scatenano una vasta offensiva che si conclude con la presa di Siétamo, di Pina de Ebro e di altre località.
Nelle retrovie, politicanti riformisti e stalinisti che di giorno in giorno diventano sempre più influenti all'interno della fazione repubblicana sabotano l'approvvigionamento di armi alle colonne della CNT e del POUM (estrema sinistra) e minacciano il potere dei comitati di quartiere.
Mentre la CNT indietreggia in Catalogna, la linea rivoluzionaria si radicalizza in Aragona con la costituzione, il 16 settembre 
a Bujaraloz,di un consiglio di difesa, composto unicamente da anarchici e eletto da un assamblea regionale della 
collettività. Nel frattempo, le truppe franchiste si avvicinano a
Madrid; Malaga, dove predomina la CNT è abbandonata alla sua sorte; soltanto i sindacati continuano ad armare i miliziani combattenti a Toledo e a Guadalajara.
Alla fine di settembre, Durruti, chiamato d'urgenza a Barcellona per appoggiare un progetto di acquisto di armiall'estero, può constatare come la CNT sia debole e divisa in seguito alla sua politica di collaborazione con lo Stato. Il Comitato Centrale delle Milizie è sul punto di essere dissolto. Il governo repubblicano, cercando di internazionalizzare il conflitto, ha deciso di concentrare i suoi sforzi su Majorca, piuttosto che sul fronte di Aragona I partiti borghesi e gli stalinisti tengono i cordoni della borsa.
Durruti pensa allora di compiere l'esproprio del secolo: impossessarsi delle riserve d'oro della Banca di Spagna, grazie all'appoggio
della colonna madrilena Tierra y Libertad della CNT, e con la complicità dei ferrovieri della CNT trasportarle a Barcellona.
Durruti si nasconde a Madrid per organizzare questa
azione che avrebbe potuto salvare la rivoluzione.
AI momento di agire, i dirigenti della CNT tentennano nel
prendere una decisione temendo di scatenare una guerra civile nella guerra civile.
Durruti ritorna in Aragona dove la colonna si trova di fronte ad una offensiva fascista. La controffensiva che dirige gli consente di guadagnare due chilometri e di tranquillizzare il fronte. Apprende allora che il governo Largo Caballero si è rimangiato la promessa di finanziare l'armamento del fronte d'Aragona e ha deciso la militarizzazione delle milizie, ristabilendo la gerarchia e il codice militare. Molti combattenti della prima ora prendono congedo da Durruti, rifiutando di sottomettersi al diktat del governo. In quanto all'oro della Banca di Spagna, non tarderà a partire per Mosca...
Sul fronte, i miliziani libertari e poumisti resistono alla militarizzazione e Durruti agisce come se il decreto governativo non lo riguardi. La CNT cerca di conciliare le esigenze dei miliziani e le decisioni del governo e alla fine accetta di entrare a farne parte, in un momento in cui le conquiste del 19 luglio sono rimesse in discussione a causa della pressione dei sovietici. Il 4 novembre, vengono nominati quattro ministri ciennetisti fra i quali Garcia Oliver, alla giustizia, lui che per tutta la propria vita è stato un fuorilegge.
La rivoluzione è nell'impasse. Frattanto i fascisti sono alle porte della capitale e cannoneggiano la Puerta del Sol, seminando il panico in seno al personale governativo che fugge verso Valencia. Il proletariato madrileno è l'unico a prepararsi a resistere.
La presenza carismatica e combattiva di Durruti a Madrid sembra a tutti indispensabile: controvoglia, finisce per lasciarsi convincere.

Continua

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