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giovedì 9 giugno 2011

PER UNA GEOGRAFIA ANARCHICA

L'analisi dell' interazione fra spazio e tempo porta Reclus alla formulazione di una geografia globale che vuole essere un sapere volto alla delineazione di una geograficità e di una geopoliticità.
I termini ideologicamente anarchici del relativismo e del pluralismo si traducono perciò nei cardini metodologici di un' indagine a tutto campo. Questa sviluppa una scienza fisico-sociale che, tenendo conto dell'interazione fra spazio e tempo, fra realtà naturale ed evoluzione umana, fra determinismo geografico e relativismo storico, conclude che «nei suoi rapporti con l'Uomo, la Geografia non è altro che la Storia nello Spazio, così come la Storia è la Geografia nel tempo».

Il punto centrale. dunque, è ancora una volta il problema del potere, ovvero il problema dello Stato, ovvero il monopolio politico, militare, economico e sociale dello spazio. Il controllo dello spazio qualifica, in senso geopolitico, la potenza statale. In altri termini, lo Stato esiste perché ha il dominio in un determinato territorio. Lo spazio organizzato dallo Stato è la manifestazione tangibile e visibile della sedimentazione autoritaria della storia sulla natura.
Liberare lo spazio da questa innaturale sovrapposizione è il compito di una geografia che voglia essere anarchica. Natura contro storia significa spazio contro Stato, armonia tra uomo e natura significa, invece, spazio riconciliato con la storia. E questa è esattamente, per Reclus, la società anarchica: la riorganizzazione. senza autorità, dello spazio. La disarticolazione della logica gerarchica che irregimenta il territorio statale deve avvenire individuando i gangli politici, militari ed economici che costituiscono le basi stesse del "sistema nervoso" del dominio. Liberato lo spazio dalla sovrapposizione autoritaria dello Stato, e quindi dai suoi rapporti di forza del tutto innaturali, gli uomini dovranno organizzare la società secondo quella unica "legge" che legittima un'osservanza universale: la legge di natura.
Ma poiché. come abbiamo visto, la natura si modifica nel tempo a causa dell' azione umana (è, appunto, la Storia che interviene sullo spazio), allora occorre trovare una sintesi tra queste due istanze, sintesi capace di riportare il sociale all' interno del naturale.
La via indicata da Reclus parte dall' idea federalistica della aggregazione spontanea delle comunità umane.
In altri termini, lo spazio viene riorganizzato senza l'intervento dell' autorità perché gli uomini che vi abitano non hanno bisogno di coercizioni per vivere, visto che, «ad onta della violenza, la natura tende a rimettere ciascun popolo dentro i confini naturali». Confini, beninteso, che non hanno nulla a che fare con quelli rivendicati dalle varie culture nazionalistiche e patriottiche; questi confini, infatti non esistono in natura, come invece pretendono tali ideologie.

La società anarchica è la società che sostituisce le leggi storiche e artificiali del potere con quelle spontanee della socievolezza naturale. La natura, ovviamente,non è sempre benefica nella sua immediatezza e non è sempre mite in molte sue manifestazioni esteriori; può però essere fonte di giustizia e di libertà, se si instaura correttamente con essa un rapporto capace di cogliere l'intima razionalità che pervade la necessità del tutto.

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