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giovedì 9 giugno 2011

ORTI CITTADINI

Anche il giardiniere per hobby ha aggiunto una fetta di libertà alla vita, semplicemente tramite l’esperienza diretta del coltivare, annusare, assaggiare. Ma il giardiniere politicamente cosciente fa di più. Comprendendo l’orto e il giardino non solo come sorta di zona autonoma, ma anche come azione di resistenza, l’avant-giardiniere alza il tiro, aggiunge senso all’azione, stabilisce uno standard e si unisce deliberatamente ad altri in una causa comune. Se esiste una “via” spirituale nel giardinaggio, come pure un elemento artistico, allora esiste anche una dimensione politica, un livello di consapevolezza e una linea d’azione chiara.

(...) Visto che ho ammesso di avere le visioni, tanto vale che provi anche a fare una profezia. La cultura radicale che emergerà nel prossimo futuro si concentrerà sui valori e sulle esperienze dei cacciatori, dei raccoglitori, dei giardinieri e dei liberi contadini nelle «zone escluse», destinate all’incuria o al semplice esproprio da parte del Capitale. Questa cultura coinvolgerà un forte movimento neosciamanico a un livello molto più vasto e popolare di adesso. Contaminerà le persone che desiderano resistere al Capitale in tutto il mondo, compresi molti dei veri produttori (cioè l’ex «classe lavoratrice»), oltre a tutti gli emarginati, i militanti orfani, i piccoli agricoltori, gli ambientalisti, la gioventù disincantata, i filosofi gastrosofi e gli avant-giardinieri d’Europa, d’America e delle altre «zone incluse». Il giardinaggio emergerà tra le importanti forze economiche di questa resistenza, ma anche come punto focale culturale. Se ci sarà una guerra agli zaibatsu (che sia violenta o no), si combatterà in parte per una causa che è al contempo simbolo e sostanza della realtà raffigurata nell’atto stesso della resistenza: il giardino, l’orto. Coltiva il tuo mondo.

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