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giovedì 10 febbraio 2011

DIGGERS

I diggers (scavatori o zappatori) furono un movimento popolare sviluppato in Inghilterra nel periodo 1648-50 a causa delle estreme condizioni di povertà della gente comune.
Il fenomeno nacque, secondo alcuni autori, con l’ausilio di aderenti al gruppo di levellers (un movimento politico religioso inglese del XVII secolo, noti per la loro filosofia rivolta alla democrazia sociale e per la lotta a favore della tolleranza religiosa), con la ricoltivazione da parte della povera popolazione locale di terreno pubblico abbandonato, dapprima nella contea del Buckinghamshire nell’inverno 1648, ed in seguito nell’aprile 1649, nella contea del Surrey, intorno all’area di St. George’s Hill e Cobham Heath. Qui si distinse il reverendo William Everard che con i suoi seguaci disboscarono e coltivarono terreni oramai lasciati andare.
 I Diggers muovono richieste radicali, aspirano ad una sorta di comunismo primitivo, restituire al popolo inglese la terra. Creare una società dove la terra è un tesoro comune, dove non esiste più la proprietà privata, considerata un abuso della legge e uno sfruttamento dell’uomo sull’uomo e nella quale non sono previste forme di compra-vendita.
Poco più di trecento anni dopo, la visione socio-culturale e lo spirito umanitario dei Diggers inglesi attecchiscono di nuovo, dall’altra parte del mondo.
I San Francisco Diggers nascono a metà degli anni sessanta, dall’evoluzione di due tradizioni “radical” tipiche della Bay Area: la scena artistica teatrale, underground e bohèmienne; e il movimento pacifista e per i diritti civili della nuova sinistra.
I Diggers combinano performance teatrali da strada con azioni anarcoidi, e happenning artistici con l’ambizione di creare una “free city”, una città libera. La loro attività più nota è quella della distribuzione di cibo gratuito. Lo fanno tutti i giorni, al Golden Gate Park. Si recano al mercato all’ingrosso di frutta e verdura, al porto quando rientrano i pescherecci, negli allevamenti di polli di Petaluma, nei grandi panifici della città. Vanno, e chiedono gratis gli scarti, quello che la gente non comprerebbe mai: ali pollo, frutta bacata, pane raffermo. Ripulendo e cucinando il tutto preparano pranzi appetitosi.  Così come, tutti i giorni, i Diggers riciclano quello che loro chiamano “surplus energy”. In pratica, in alcuni negozi deputati al proposito (Free Store) i Diggers creano depositi di prodotti vari, che possono essere ritirati gratis da chi ne ha bisogno.
Il gruppo anarchico/teatrale conia anche numerosi slogan che diventano modo di dire piuttosto diffusi anche al di fuori di Haight-Ashbury. I più efficaci sono “Do your own thing, be what your are” (fa quello che vuoi, sii quello che sei) o “ Today is the first day of the rest of your life” (oggi è il primo giorno del resto della tua vita).
Ma sono tante le invenzioni dei Diggers, molte delle quali anticipano mode (o abitudini) ancora oggi assai popolari. Dal pane integrale cotto al forno quotidianamente alla prima Medical Clinic, l’ospedale gratuito.
Dagli abiti lavati e tinti con colori sgargianti per ricreare gli effetti psichedelici delle visioni allucinogene, alla celebrazione pubblica di eventi naturali ignorati dalle società occidentali, come solstizi ed equinozi.
La vita è una forma d’arte sociale, ma bisogna viverla, non c’è bisogno di alcuna ideologia. Ognuno diventa il poema di se stesso

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