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giovedì 30 ottobre 2014

Nanotecnologie e controllo del vivente

Da diversi anni il progresso tecnologico cresce fortemente, apportando nuove nocività quali il nucleare, le nanotecnologie e gli organismi geneticamente modificati. Questi minacciano nell‘immediato la vita sulla terra attraverso lo sfruttamento delle “materie prime”, lo stoccaggio di enorme materiale radioattivo, la contaminazione irreversibile con nanotecnologie e la manipolazione genetica. Tutte le tecnologie condividono la volontà di espansione del controllo sul vivente fino a raggiungere una dominazione totale sulla civiltà e sulle sue complessità  attraverso la creazione di una rete infinita di strutture di potere che alienano quotidianamente le nostre relazioni.
La rivoluzione industriale porta in se un innalzamento della specializzazione e della centralizzazione. La tecnologia genetica rappresenta ora un nuovo salto qualitativo nello sviluppo del controllo del vivente. In agricoltura ad esempio i brevetti sulle sementi di alcune grandi multinazionali spingono l‘agricoltura verso una dipendenza assoluta, determinando la distruzione di ogni biodiversità.
Ogni possibilità di un approvigionamento autonomo è reso impossible, fino a definire illegale qualsiasi iniziativa autonomista che tenda a questo.
Non sono solo le multinazionali o gli Stati che ne portano la responsabilità, ma pure tutti coloro che credono alle loro menzogne e sostengono il loro sviluppo e che vi aderiscono.
Un ruolo centrale in questa tendenza distruttrice è da attribuire agli scienziati che avvolti nei loro camici bianchi della «neutralità», nascosti dietro alla nozione di «ricerca fondamentale», lavorano alla legittimanzione della tecnologia genetica. La natura di queste ricerche ci sembra chiara:  eseguire interessi economici attraverso l‘espansione assoluta del controllo sul vivente attraverso la determinata volontà di annientare le comunità libere e decentralizzate attraverso il loro annientamento fisico e culturale.

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